Ci sono alcuni termini che ricorrono nella rievocazione di trent’anni di vicissitudini nel panorama della cura per il disturbo da consumo di sostanze psicotrope. Sono parole che nel mondo delle comunità sono diventate pregne di significato le quali a volte non hanno passato i confini della comunità stessa. Qui indicherò tre termini solo per avviare una discussione.
1 Carisma, oppure padre carismatico, il fondatore carismatico.
La persona su cui converge tutta la speranza nelle soluzioni dei problemi.
Il carisma è vero può aiutare le altre persone a trovare senso nel proprio agire, è una forza incarnata in cui il potere di fascinazione cambia la visione della realtà per chi vi si affida.
Ha una sua utilità per chi lo sa esercitare, ma come tutte le cose potenti ha delle controindicazioni: crea dipendenza nell’altro, e può creare dipendenza in chi lo usa in quanto forte fonte di senso di potenza. Per cui per chi ha un naturale senso carismatico nella gestione dei pazienti va educato ad un uso compassionevole del carisma, una modalità disinteressata di infondere speranza verso il cambiamento.
Il carisma da solo non porta a cambiamenti duraturi in quanto l’altro assume il cambiamento fin tanto che è sotto l’influsso carismatico.
Nella politica di educazione tra pari l’influsso carismatico dei ragazzi che hanno prodotto un cambiamento nella propria vita può influenzare positivamente altri; quindi, nella parte iniziale di un processo di cura può giocare in modo favorevole l’influsso carismatico.
Nella ricostruzione narrativa sui padri fondatori delle comunità il carisma del buon padre di famiglia è stato demonizzato: andrebbe rivisto invece alla luce dell’utilità che può avere nell’insieme degli interventi possibili.
2 Il Potere
Il potere è una brutta bestia soprattutto nei luoghi totalizzanti: la Comunità non è una mera rappresentazione della realtà, ma essendo un luogo chiuso (nonostante i cancelli aperti, e la volontarietà nell’entrarci), diviene un amplificatore delle situazioni relazionali con configurazioni a volte paradossali se non gestite in modo adeguato.
Per usare una metafora la palestra non è il movimento quotidiano, ma è un addestramento intensivo del movimento, una volta usciti dalla palestra non si fanno flessioni nella routine quotidiana.
All’interno delle comunità si stabiliscono situazioni di potere concentrate nell’estremizzazione degli accadimenti quotidiani, ed al di là delle volontà di chi gestisce le strutture.
È insito il potere nella relazione educativa che al di fuori di metafora chiede sempre di essere a qualcuno qualcosa che in quel momento non è, per cui si prefigura sempre come azione di potere nonostante le finalità virtuose di voler far stare meglio le persone.
3 Evidence-based
Evidence-based (la pratica basata sulle evidenze o prove d’efficacia) è un termine usato nel panorama delle dipendenze patologiche italiane in modo divisivo, creando due fazioni contrastanti; da una parte il privato con concettualizzazioni salvifiche e dall’altra il servizio pubblico con concettualizzazioni di scientificità, di fatto inficiando già le scarse risorse messe a tema su una problematica già qualificata nel gergo comune con modalità moralistiche e non di Salute pubblica.
L’intervento ambulatoriale essenzialmente pubblico e l’intervento residenziale essenzialmente privato ha perduto una grande occasione di creare un sistema unico integrato, con la possibilità di portare la ricerca nel settore per fare evolvere tutto il sistema con evidence-based.
Nella specificità della relazione d’aiuto in cui le possibilità di omogenizzare in standardizzazioni è altamente improbabile, per la complessità stessa nel conciliare il sistema umano con la socialità e la componente genetica, in una relazione intenzionata alla cura.
Per concludere le evidence-based nel sistema Italiano sono diventate il termine mito per dividere, invece di occasione per ricerca scientifica in un sistema partecipato.
Maurizio
- don Leandro Rossi, Le tentazioni delle comunità, “Utopia possibile”, numero 36, novembre – dicembre 1994, p. 5 – 6
- Bruno Marchini, SanPa ancora alla ribata, 7 gennaio 2021
- Alessandra Gandelli, Una via non ideologica ma critica, 9 gennaio 2021
- Mariarosa Devecchi, E quella sensazione di chiusura, 12 gennaio 2021
- Marco Sartorelli, Un modello che conosco, quello di Famiglia Nuova, 14 gennaio 2021
- Gian Michele Maglio, Non chiamiamoci del tutto fuori, 20 gennaio 2021
- Daniela e Carlo Cavalli, Anni intensi, 24 gennaio 2021
- V.C., L’immenso stupore di esserci ancora, 28 gennaio 2021
- Enrico Battini, Quanto male siamo disposti ad accettare per fare del bene?, 1° febbraio 2021