Nella vita, te ne accorgi quando incontri un Maestro a prescindere dal lavoro o dall’etichetta con cui viene indicato, e… quando ho incontrato Don Leandro “ho svoltato”.
Infatti nella frammentazione e la disperazione in cui il mio vivere umano languiva da sempre senza un apparente senso, ha trovato nella riflessione interlocutoria senza pretesa di verità assolute di Leandro una ispirazione ed una visione del mondo caritatevole e compassionevole in cui i pezzi hanno ritrovato una loro unità.
L’impossibilità per l’umano di essere tale al di fuori della relazione ha reso l’individuo nemico dell’“Essere”. L’essere inteso come unica possibilità di salvezza nella sintonia con tutti gli enti sia animali che vegetali ed inanimati.
L’interrogare di Leandro ha lasciato un’eco per noi che ancora camminiamo nelle sue comunità, un’eco che sprona a ritrovare con chi è “pietra di scarto” una alleanza per rompere la china nichilista in cui l’individuo si è incuneato sulla vacuità del possedere o del possedersi ad infinitum.
I temi che ci interrogano nel tempo non sono cambiati e chiudendo gli occhi posso ritrovare il suo “faccione” davanti a me alla sua scrivania con il sigaro puzzolente e la montagna di libri a parlare dell’oggi come se fosse il domani, assaporando la presenza di un Maestro che ha saputo per alcuni indicare “la luna”.
Maurizio