Carissimi amici di Famiglia Nuova.
Così ci siamo trovati nel bel mezzo di un nuovo conflitto armato, uno dei 32 in corso.
Desidero condividere con voi alcune riflessioni di Don Leandro, tratte da “Pace e nonviolenza” (ed. Qualevita) riguardo a tale grave questione che non ci possono lasciare indifferenti.
Guerra
“I potenti fanno le guerre, i poveri soffrono e muoiono”. Basterebbe questo per bandire la guerra come metodo efficace per risolvere i conflitti.
“Tutti i combattenti ritengono di armarsi e minacciare o combattere per la pace (se vuoi la pace, prepara la guerra). Sono assurdità.”
“E’ ora di smettere di proclamare la sovranità assoluta degli Stati. Non era giusta neppure per il passato, perché la persona è superiore ed anteriore allo Stato; ma è ancora più assurda oggi, che non c’è Stato che non dipenda economicamente, culturalmente, militarmente ecc. dagli altri e dalle multi nazionali. E’ assurdo quindi invocare i confini sacri ed intangibili degli Stati e non quelli inalienabili dei cittadini, appellandosi agli affari interni di un altro Stato sovrano. Deve cessare questa statolatria. Prima di essere cittadini di uno Stato si è cittadini del mondo”.
Leandro, oltre a condannare la guerra, si è posto anche il problema della difesa.
“Si deve ricorrere al pacifismo radicale… oggi ci sembra impossibile e quasi disumano. Oppure al militarismo interventista, che confida sempre nelle armi… pregiudiziale e disumano. Questi due modelli di difesa più o meno si elidono. Resta la terza via: la nonviolenza attiva. Su di essa si basa la salvezza dell’umanità.”
Pace
“La pace richiede tre cose: la nonviolenza, la giustizia e la letizia. Pace è anzitutto nonviolenza attiva. Ma anche giustizia.”.
“La nonviolenza è un’educazione che nasce e si sviluppa da lontano: nelle aule delle scuole, nelle famiglie, nelle fabbriche (e nelle comunità, aggiungo io). La nonviolenza confida sempre e dovunque nella forza della parola. Così chi confida nelle trattative, nei negoziati, nel dialogo che non si stanca mai di riprendere da capo, con fantasia e creatività, percorre davvero una terza via tra interventisti e no, tra militaristi e no, tra pacifisti e meno. La nonviolenza è oggi il vero nome della pace?”.
“La nonviolenza insegna ad attuare la libertà, a seguire la coscienza, a riprenderci la nostra morale, come anche la nostra vita per offrirla ai fratelli, secondo la legge della gratuità e dell’amore e non quella dell’egoismo”.
“Le ingiustizie si fanno ai poveri che non hanno forza per respingerle e le subiscono. Le sofferenze e le morti nelle guerre sono sempre dei poveri. Schierarsi per la giustizia significa passare una vita in cui si sono scelti i poveri. Infine la pace porta come effetto la letizia. La gioia non si ruba a nessuno. La si condivide con i fratelli. E’ questo l’augurio di pace: nonviolenza, giustizia (ai poveri), letizia per tutti.”.
“Nel nostro piccolo dobbiamo lottare per la giustizia e la pace da nonviolenti tutti i giorni.”
Carlo Cavalli