Gentile Direttore,
Le chiedo ospitalità sul Suo giornale per esprimere il mio pensiero su quanto sta succedendo in Italia, quindi anche nel Lodigiano, in conseguenza al Decreto Sicurezza.
Sono giornate queste in cui la mia testa non riesce a pensare ad altro, sarà perché conosco facce e storie delle persone coinvolte, siano essi migranti od operatori, sarà perché l’utopia possibile, che tanto piaceva a Don Leandro, mi pare stia sempre più allontanandosi dai nostri orizzonti sarà perché non mi sono mai accorta che covasse nei cuori di molte persone tanto odio e livore verso il diverso, l’emarginato, l’ultimo.
Ieri sera ho partecipato, come ogni anno, allo spettacolo promosso dall’Associazione Pierre in occasione della giornata mondiale Aids che mi ha riportato indietro nel tempo in anni in cui lo stigma e l’emarginazione delle persone colpite dal virus erano fortissimi, erano gli “untori”, persone che per la loro dissolutezza e immoralità spargevano “peste”. Ecco allora è stato fondamentale, anzi direi determinante, che ci fossero persone o Enti che, con coraggio, sfidando il pensiero e il pregiudizio dei più e certamente non favorite dalla politica, si siano messe a fianco di queste persone e abbiano lottato per poter mettere in campo strumenti e strategie che limitassero il danno e là, dove ormai il danno era irreparabile, si rendessero disponibili ad un accompagnamento alla morte che salvaguardasse la dignità e l’umanità di queste persone.
Oggi a distanza di più di vent’anni i dati ci danno ragione, bene ha fatto Don Leandro a sfidare le autorità e ad aprire una casa alloggio per malati di AIDS, oggi ancora funzionante ed inserita nel sistema sanitario Nazionale, bene hanno fatto gli operatori di strada ad uscire per incontrare in strada le persone per consegnare loro materiale informativo e di prevenzione della trasmissione. Bene perché oggi i nuovi contagi non sono spariti ma sono in calo costante dal 2012 bene perché la ricerca ha dato i suoi frutti e vivere con la sieropositività non è più solo un destino di morte certa.
Ecco, ieri sera pensando alle decine di migliaia di persone che il decreto Sicurezza porterà fuori dal sistema di accoglienza, a Lodi già è cominciata l’espulsione dai CAS, mi sono convinta che le Organizzazioni che hanno nel loro DNA la difesa dei diritti per ciascun uomo debbano organizzare, come allora, una rete visibile che si opponga all’emarginazione e all’esclusione di persone che sono già qui, non spariranno perché cacciate dai CAS o dagli SPRAR, spesso hanno già avviato percorsi inclusivi accompagnati da giovani e preparati educatori e operatori. Come allora non dobbiamo temere le difficoltà e gli ostacoli che la politica tenterà di mettere, troviamoci subito ad un tavolo sul quale ciascuno possa mettere a disposizione competenze pensieri e risorse per dare una risposta umana e di speranza.
La ringrazio per l’attenzione e, non avendo certezza di risentirLa prima del Natale, faccio a Lei e a tutti i Lodigiani un augurio di un Natale che riporti luce e speranza nei cuori di tutti.
Mariarosa Devecchi
Presidente di Cooperativa Famiglia Nuova