La politica militare non difende la gente, ma il potere. Il concetto militare è una vera e propria corruzione del pensiero politico. L’idea di sicurezza oggi si identifica ancora con lo stato militare. I cittadini più sensibili e profetici, chiedono sempre maggiormente una difesa civile nonviolenta, che merita già ora di essere affiancata a quella militare, per superarla molto presto. Quella militare porta alla distruzione del pianeta.
Mi sono domandato a lungo il senso che ha avuto partecipare come Cooperativa e come individuo alla marcia della pace che si è tenuta a Lodi il 12 ottobre. D’altra parte noi ci occupiamo di affrontare i problemi delle persone, mica di politica internazionale. E in fondo, non un missile è stato fermato dal nostro corteo e non un proiettile è stato risparmiato. Ma il peso della presenza delle centinaia di persone che affollavano il corteo non può ridursi alla pretestuosa misurabilità concreta delle conseguenze delle proprie azioni.
Mentre camminavamo risuonavano in testa le parole di don Leandro che abbiamo letto nella tappa del corteo davanti alla sede della Cooperativa. E proprio queste, nel loro essere attualissime e profetiche pur se scritte oltre vent’anni fa, sono state in grado di restituirci il senso del nostro partecipare individuale e collettivo: testimoniare che siamo in tanti a pensare “che causa giusta ci può essere per legittimare un genocidio o un’ecatombe di morti? Quale proporzione? O retta intenzione?”. Continuare a ripeterlo, affinché chi crede nella pace si senta meno solo, continuare a domandare per costringere chi ha potere politico e decisionale ad ascoltare e rendere conto delle proprie scelte. E a cambiarle.
Ma noi di Famiglia Nuova abbiamo partecipato anche come organizzazione. Abbiamo scelto di essere presenti come Cooperativa, e non è stata un’adesione formale, obbligata dalla presenza del corteo davanti alla nostra sede. Prendere posizione e partecipare sui temi che riguardano la collettività delle comunità in cui viviamo fa di noi una Cooperativa che prova a essere viva e vitale, non solo un’organizzazione dispensatrice di servizi. E anche per questo, rileggere le parole di don Leandro, contribuire a diffonderle anche fra chi non l’ha conosciuto, ci ispira non solo nel credere nei valori alti della pace e della nonviolenza, ma anche nel nostro agire quotidiano nei confronti delle persone che incontriamo. Perché l’agire nonviolento “è lotta per difendere gli oppressi, coscientizzarli, organizzarli, aiutarli […] ti senti di mobilitarti per costruire un mondo nonviolento, fatto di giustizia, di amore, di pace?”.
Enrico Battini