Leandro Rossi per “Utopia possibile”, numero 47, marzo-aprile 1997, pp. 6-7
Stamane ho fatto un brutto risveglio. Appena accesa la TV sento: “Un vescovo dell’Opus Dei dice che i genitori impuri fanno i figli handicappati!”. Cosa c’è – mi domando – anche un razzismo divino? Si tratta di ignoranza o di malizia? Si cerca di dimostrarlo a priori o a posteriori? È un dato di fede, di ragione o di stupidità?
Ricordo come fosse ora: ero piccolo, era appena passato uno zoppo, ed un uomo disse: “Brutto segnato da Dio”. Io mi rivolsi a mia madre poi per avere spiegazioni. Lei, che non sapeva di teologia, ma che aveva buon senso e buon cuore, mi rispose: “Anzi, sono i prediletti di Dio”.
E tuttavia la brutta abitudine di mettere in relazione i peccati con le menomazioni fisi- che o mentali c’è sempre stata, nel popolo ignorante ma non solo. Lo si faceva anche con il cancro, chiamato “brutto male”. Ed era strano, perché si aggiungeva sofferenza ai sofferenti. Forse per questo che – quand’ero bambino – non vedevo quasi mai ragazzi handicappati per strada. Li tenevano chiusi in casa, come si vergognassero. Poi incominciarono a portarli a passeggio (nell’ora d’aria”, come fossero detenuti); ma non tutti ne avevano il coraggio, perché bisognava superare la vergogna (chissà poi perché?). E pensare che allora lo stato addossava tutto alla povera famiglia che li aveva generati, in mancanza di uno stato sociale. E anche oggi la magra pensione e l’assegno di accompagnamento sono ben poca cosa, per chi dovrebbe assisterli tutti i giorni e tutto il giorno, dovendo magari anche lavorare!
Ma entriamo nel merito. Chi sono questi genitori “impuri”? Si tratta di sesso o di altro? Giudicato in base al quale etica? Ed indicato da chi? È un dato umano o di fede? Si pretende dimostrarlo con scienza o esperienza, cioè a priori o a posteriori? Chi può pretendere di mettersi al posto di Dio a giudicare cosa è castigo e cosa no? Peggio: chi può arrogarsi il diritto di presentarci un Dio cattivo e vendicativo?
Cominciamo, dunque, dal dato teologico. Il caso è proprio presente nel Vangelo di Giovanni, al capitolo del cieco nato. Domandano a Cristo: “Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, se questo figlio è nato cieco? “. Risponde secco Gesù: “Né lui, né i suoi genitori”. E aggiunge anche una nota di speranza e di ottimismo: “Ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui” (9,3). Non è dunque la vendetta, ma un disegno benevolo e imperscrutabile di Dio, che noi chiamiamo Provvidenza. Del resto chi può mettersi al posto di Dio, per proclamare ufficialmente le sue intenzioni? Sarebbe non solo presuntuoso, ma addirittura blasfemo. E noi sappiamo da tutta la Bibbia che Dio è Buono e Misericordioso. Forse che allora la frase ha un supporto umano di esperienza o di scienza, visto che Monsignor Eschevarria parla del 90%? Neppure a pensarlo. I dati di esperienza li conosciamo tutti; i dati di scienza non esistono proprio, perché lì due più due fan quattro e non… il 90%! Oltre tutto, l’alto esponente dell’Opus Dei per giustificarsi di una gaffe è caduto in un’altra non meno grave. Il suo discorso contro rapporti prematrimoniali, dice, non si riferisca agli handicappati, bensì: “Ai bambini sieropositivi nati da madri sieropositive”! Se non è zuppa è pane bagnato. La sieropositività non è colpa, ma sfortuna; si può prendere con trasfusioni non solo con la sessualità (né la cato sessualità è certo sempre peccato).
Perché allora si dicono queste cose? Noi siamo sicuri che si tratta di ignoranza e non di malizia, per cui diciamo: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che dicono”. E tuttavia qualcuno che già soffre può soffrire di più per le nostre sbadataggini teologiche. Bisogna rettificare e chiedere scusa. Ma ci sono anche altre lezioni da apprendere dal fatto (che così è avvenuto proprio “per la maggior gloria di Dio”). Non si possono dire bugie neppure con finalità educative. Anzi è proprio l’educatore che deve avere il massimo rispetto della verità. La menzogna certo non educa! Una seconda lezione è la ‘delega divina” a parlare in nome dell’Onnipotente, non fu mai data a nessun uomo e a nessun vescovo. Noi restiamo tutti povere persone peccabili e fallibili, che devono ricercare la verità con fatica, ricerca costante e umiltà. creaturale. Da ultimo: gli handicappati Dio li difende e non li colpisce. Non senti il “Ero handicappato e tu mi hai aiutato me e la mia famiglia’? “Quanto avete fatto ai minimi l’avete fatto a me”! (Mt. 25,40).
[nell’immagine un particolare di un olio su tavola di Jean Fouquet, Etienne Chevalier presentato da santo Stefano, 1545 circa.]