Morite! Froci di merda…
Queste le parole scritte sulle pareti esterne e sul marciapiede antistante la sede del Gay Center di Roma da gang di ragazzini e ragazzine. Ed è una delle tante volte. Con delle mazze per colpire, con bombolette per scrivere ingiurie e disegnare simboli uncinati, in gruppetto, riversano la noia e la semi-aggressività contro un luogo di servizi per la tutela e per il supporto degli altri.
Lo fanno per emulare alcuni adulti? Perché è di moda?
Gli operatori e le operatrici del centro romano assalito a cui si rivolgono le vittime di discriminazione e di violenze in quanto non conformi agli stereotipi del maschile e del femminile, un po’ spaventati dall’intensificarsi delle aggressioni e mentre aumentano anche le richieste di aiuto alla Help Line, non sono rassegnati e chiedono che sia introdotta nelle scuole dell’obbligo l’educazione sessuale affinché tutti e tutte possano sentirsi adeguate e adeguati e perché possa sgretolarsi l’ansia fobica di questi adolescenti che aggrediscono luoghi di pubblica utilità per il supporto alla libera espressione individuale.
Contro le violenze sessuali, tutte, è di ieri l’ennesima notizia di una ragazzina stuprata da un gruppetto di giovani a Catania, anch’io penso sia ormai urgente introdurre l’educazione sessuale nelle scuole, con progetti modulati per classi d’età. Questa materia, intensa in una più ampia formazione estensiva, la Comprehensive Sexuality Education, deve diventare curriculare nei programmi scolastici ministeriali per scolpire, fin dalla più piccola età, una abilità cognitiva che trovi davvero significati di valore nelle sfumature e nelle differenze di genere, di identità, e di orientamento sessuali. Vanno stemperate le rigidità mentali, devono essere attenuate le paure e lenite le frustrazioni, parlandone in contesti di formazione protetta: la scuola è campo fertile per acquisire competenze e valorizzare abilità, è il cantiere dove si deve imparare a gestire l’ansia da inadeguatezza. Questo lavoro di formazione dei giovani deve essere fatto prima che, altrimenti, si esprimano aggredendo chi trova energia e forza nel vivere come si sente di essere, esprimendosi anche in modo estremo per contestare le caratterizzazioni e le banalizzazioni stereotipate che ci hanno nutrito per decenni, se non secoli. Per capire meglio guardate questo video.
Grazie
Bruno