Federico Dovera per “Il Cittadino”, 26 gennaio 2024, p. 5.
Da maggio 2023 sono circa 700 i ragazzi coinvolti nei progetti di Famiglia Nuova.
La stazione, il terminal bus, l’Isola Carolina, piazza Castello, i parchi della città. Questi i luoghi di ritrovo dei giovani, dove gli educatori di Famiglia Nuova sanno di poter trovare ragazzi e ragazze con cui poter lavorare per instaurare un percorso di educazione e di prevenzione. «Siamo dotati di un camper colorato con il quale andiamo sul posto, forse magari qualcuno lo avrà notato qualche volta in piazza Castello – spiega Cristiana Passerini di Famiglia Nuova -. In questi ultimi mesi abbiamo “agganciato” 80 ragazzi, ossia li abbiamo coinvolti in attività e in progetti instaurando con loro un rapporto stabile e continuativo per affrontare insieme un percorso educativo completo, 600 invece le “intercettazioni”. Si tratta di passaggi più veloci, in cui un educatore si presenta ai ragazzi e con loro tocca varie tematiche».
Sotto questo punto di vista, sono tante le attività che Famiglia Nuova propone a giovani e adolescenti, tra i 14 e i 20 anni, ma anche fino a 25. Gli interventi di informazione e sensibilizzazione sono rivolti a stigmatizzare l’uso di sostanze, a ridurre comportamenti rischiosi, a fare luce sull’affettività e sulla sessualità consapevole, a fornire informazioni sulle reti SerT e sui consultori.
È il progetto “Un ponte sulla strada” attivo da 4 anni. «Ma di fatto siamo operativi su Lodi da una decina di anni con interventi di educativa di strada a bassa soglia o interventi di prossimità, collaborando anche con il Cfp consortile, il Comune, il SerT, la cooperativa Il Gabbiano – spiega Passerini -. Con “Un ponte sulla strada” non c’è una struttura formale a cui il ragazzo accede, ma è un intervento che si svolge nei luoghi di ritrovo abituali dei giovani. Sono i nostri tre educatori, Valentina, Clara e Alessandro, che si avvicinano ai ragazzi, ma ci tengo a specificare che non necessariamente ci troviamo ad affrontare situazioni portatrici di disagio. Non è un intervento calato dall’alto ma viene costruito con il ragazzo.
In fondo, in un mondo difficile, per i ragazzi questo è un momento di cura di sé. La conoscenza è potere, quindi informarsi non può che fare bene ai nostri ragazzi».