Cristina Vercellone per “Il Cittadino”, 13 ottobre 2023, p. 5.
Montani: «Un tema etico», pure Famiglia Nuova sta avviando un progetto.
Non solo il ponte fa da tetto e casa a chi non ce la fa, ma anche le panchine dei giardini Barbarossa del capoluogo. Sono tornati ad essere abitati dalle persone più povere.
Basta girare di sera per accorgersene. Nel corso degli anni hanno costituito un rifugio anche le fronde dei tassi. Dove c’è un posto per poter dormire chi non ne ha un altro se lo prende. È naturale che sia così. Lodi, in realtà è l’unica città della provincia che ha un servizio di accoglienza, due dormitori, quello Caritas da 30 letti, e quello del Comune da 11, poi la mensa, le docce, il centro diurno, l’ambulatorio medico e l’emporio solidale per gli alimenti al quale, presto, se ne aggiungerà un altro per i vestiti.
Negli altri comuni non esiste niente di tutto ciò. I servizi Caritas di Lodi non possono bastare per tutte le necessità del territorio. «A Codogno – spiega Rosanna Montani, capogruppo di Codogno insieme 2.0 – c’è solo la parrocchia che ha in mente di realizzare un progetto di accoglienza, ma non esistono strutture fuori da Lodi. Non ci sono altri dormitori e solo Lodi non basta a coprire le esigenze di tutto il Lodigiano. È un tema etico, sociale, umano. Qua a Codogno, ogni volta che c’è una segnalazione per qualcuno che dorme in un capannone, alla stazione, in uno stabile abbandonato, si fa uno sgombero, un blitz, si mandano via le persone. Quando si presentano in Comune si pagano i biglietti del treno per inviare i senza tetto a Milano, Lodi, Piacenza. Solo Lodi risponde e per quanto possa ampliare i servizi, non può sostenere le richieste della provincia». È un problema, dice la consigliera, di lungimiranza politica e di progetti a medio lungo termine. «Siamo arrivati che le persone chiedono la rateizzazione del pagamento degli affitti delle case popolari – dice -, è un segnale della fatica che si fa».
Servono risposte di tutti. La Caritas, a Lodi, ha anche cambiato i tempi di durata dell’ospitalità, da 14 a 90 notti di fila, per garantire il ricambio, ma anche la possibilità che, nel frattempo, si vada verso l’autonomia.
Quello della povertà è un tema all’attenzione anche di Famiglia Nuova. «Dopo il Covid – spiega il presidente Michele Maglio – molte donne sono rimaste senza casa. Insieme a ufficio di Piano e con i contributi di fondazione Cariplo abbiamo aperto 4 posti a “Casa Angiolina”, a Crespiatica.
Noi cerchiamo di recuperare queste situazioni di fragilità, per ricollocarle all’interno del tessuto sociale.
Stiamo cercando poi di trasformare l’educativa di strada per i senza tetto in educativa di prossidi mità: non si tratta solo di rintracciare un disagio ed esercitare un’azione sul posto, ma di accompagnare le persone ad accedere ai servizi. Il progetto è in divenire. C’è chi aveva una vita normale e adesso si trova senza lavoro, senza poter pagare l’affitto. Come Famiglia Nuova stiamo allestendo un appartamento e con altri partner, Comune di Lodi compreso, stiamo cercando abitazioni temporanee per dare un argine di emancipazione ai senza fissa dimora, per evitare che le povertà temporanee si trasformino in povertà a tutto tondo».