Maurizio Mattioni Marchetti
La Comunità…
Per il narratore il dover spiegare un’esperienza di vita che si riassume in una galleria di immagini vivide della memoria non è semplice per via della complessità e della simultaneità delle rappresentazioni.
La descrizione della Comunità è un insostenibile tentativo di infilare pensieri in una collana per dare un costrutto narrativo al senso di una esperienza come fosse una pratica meditativa.
La Comunità è un significato oggi tradito nella sua essenza, perché indica un qualcosa d’altro del significato stesso.
La Comunità è Comunità se in primo luogo rispetta alcuni semplici canoni della convivenza umana che sono la condivisione alla pari degli aspetti quotidiani, la reciprocità del cambiamento nell’esperienza, la solidarietà nel perseguire in modo empatico obiettivi comuni.
La Comunità residenziale si pone come dispositivo compiuto di cura in cui il proprio habitat sociale di convivenza funge da strumento di cambiamento per gli ospiti.
La Comunità è intesa nell’insieme tra gli operatori e utenti. Per cui la Comunità diventa lo strumento che attraverso la Comunanza impone uno sviluppo determinato all’azione di cura.
La Comunanza è la forma in cui si dà e sta, in modo inequivocabile, lo strumento comunità, come dispositivo che poi accoglie al suo interno gli specialismi che corrispondono alle varie professionalità che al suo interno giocano il proprio ruolo.
Al narratore la collana dei pensieri passa tra le mani come un vecchio Rosario tenuto per ricordo dal mondo di provenienza in cui permane la matrice di ogni inizio.
Se una persona nella parte terminale della sua vita chiama noi: i cosiddetti operatori, non è certo per avere una prestazione, ma per avere comunanza, che è ciò che sta nella irrazionalità dell’essere umano e fa sì che sia compassionevole reciprocamente.