Le nostre 6 Comunità per persone con dipendenza sono fatte di volti, storie e parole.
Oggi voglio parlarti di Redouane. Un altro volto, un’altra storia da raccontare.
Dopo essere arrivato in Italia più di 10 anni fa con la sua famiglia, ha studiato fino ad acquisire il diploma di terza media.
A sedici anni, ha iniziato a lavorare qua e là e ha cominciato a frequentare persone con cui si è avvicinato alle sostanze.
“Mi sono messo un vestito più grande della mia taglia” mi dice “e per questo ho commesso alcuni reati fino a finire in carcere per un anno.”
A vent’anni il SERT gli propone di entrare in Comunità e viene indirizzato a La Collina, una casa molto spaziosa con tanti campi intorno, sulle colline intorno a Graffignana. Lì ha avuto, per la prima volta, la possibilità di cambiare vita e per un po’ è andata bene: un posto accogliente, con operatori in grado di supportarloi, dimostrandogli anche affetto e comprensione.
Mi sottolinea, però, che all’inizio è stata molto dura: tante teste, tante opinioni, tante persone da “affrontare”. Poi però è diventata un po’ «casa».
“È vero che siamo tutti di passaggio, ma quando entri in un ambiente e fai cose quotidiane ti affezioni. Ci sono delle regole, ma come fuori, e servono per vivere meglio insieme”.
Negli 8 anni successivi è riuscito a lavorare, un po’ grazie anche all’inserimento nelle attività produttive di Famiglia Nuova. Intanto curava la casa: se c’era qualcosa di rotto o rovinato cercava di aggiustarlo, con gli strumenti che aveva a disposizione.
Poi è uscito, si è ricostruito una vita, una famiglia. Ma ad un certo punto è tornato dalle persone sbagliate, e – ammette – per suoi gravi errori, ha perso il lavoro.
Vecchio sistema, altro reato, altra condanna. Ha chiesto aiuto, un’altra opportunità, non era scontata. È entrato nella Comunità Gandina di Pieve Porto Morone.
Qui ha cercato di rendersi utile con le cose che sapeva fare e si è preso in carico la manutenzione del giardino e della casa: un po’ un “tutto fare” per aggiustare l’aggiustabile senza dover chiamare sempre un professionista esterno.
Ora Redouane lavora fuori dalla Comunità da qualche mese, fa turni di notte, ma il lavoro gli piace ed è intenzionato a non sprecare questa occasione di futuro.
Per poter fare meglio i piccoli lavori di manutenzione, Redouane e gli altri ospiti della Gandina hanno bisogno di acquistare strumenti da lavoro: avere una cassetta degli attrezzi gli faciliterebbe il lavoro, avere vernice e dei pennelli nuovi permetterebbe loro di ridipingere l’enorme sala da pranzo di Gandina, le cui pareti da un po’ di tempo hanno bisogno di una rinfrescata.
“L’obiettivo della comunità è renderti più responsabile” mi dice Redouane, e io penso proprio che prendersi cura del posto in cui si vive sia un buon modo per avvicinarsi all’obiettivo.
Quest’anno per Natale, abbiamo deciso di chiederti una mano per acquistare qualche strumento in più proprio per persone come Redouane.
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Un saluto,
Ilaria B.
Referente Fundraising – Ufficio Innovazione e Sviluppo