Cristina Vercellone per “Il Cittadino”, 8 settembre 2022.
Il presidente Maglio: «Da gennaio 10 richieste che non abbiamo potuto esaudire»
È fragile, ha un disperato bisogno di affetto, una media di 16 anni, ha bisogno di aiuto e lo chiede a suo modo. È questo l’identikit del minorenne che viene coinvolto in reati con un risvolto penale. A spiegarlo Michele Maglio, presidente di Famiglia nuova.
«A Casa Oceano, la struttura nata nel 2009, in via Agostino da Lodi – spiega il presidente – inseriamo adolescenti autori di reato tra i 12 ei 18 anni e in proseguimento amministrativo fino ai 21. Collaboriamo con il centro di giustizia minorile e lavoriamo con loro fino al rientro a casa. Si tratta di ragazzi molto deprivati affettivamente che, in genere, compiono un reato come richiesta di aiuto. Al momento abbiamo 3 ragazzi autori di reato e poi altri ragazzi in arrivo dalla tutela minori».
Tutto il lavoro viene svolto in sinergia con il territorio, i servizi, il centro di giustizia minorile, il tribunale dei minori e le varie agenzie di integrazione come gli oratori, le associazioni di volontariato, le scuole, le associazioni sportive.
«Tutto il territorio ci sostiene – spiega Maglio – Siamo una equipe di 6 educatori con varie specializzazioni impegnati h 24. La maggior parte dei ragazzi segue anche un percorso psicologico. Per questo ci affidiamo al consultorio o a professionisti del settore e privati».
Per quanto riguarda i ragazzi autori di reato, aggiunge il presidente che è anche direttore della comunità Casa Oceano, «dopo la pandemia le richieste sono state maggiori. Questo a causa dell’isolamento. Chi aveva una famiglia disfunzionale ha sofferto maggiormente durante il lockdown. I disagi sono cresciuti e anche la tipologia di reati è cambiata. Sono calati quelli contro le cose, ma sono aumentati quelli che riguardano i sentimenti, legati alla violenza, le risse, le gang, i reati in famiglia. Le richieste di inserimento sono raddoppiate».
Le comunità per i minori, annota il presidente, sono fondamentali «se si vogliono reintegrare i ragazzi. Le recidive in chi passa da noi sono bassissime rispetto a chi va in carcere. I nostri ragazzi, una volta usciti riescono a inserirsi, avere un lavoro, una famiglia e una affettività importante, anche dei figli loro. Entrano con dei segni di deprivazione affettiva incredibili ed escono con un coraggio notevole».
Da gennaio a luglio, Casa Oceano ha avuto almeno 10 richieste che non hanno potuto soddisfare «per mancanza di posti. L’età media degli autori di reato da noi è 16 anni e ricalca l’età media della Lombardia». Famiglia nuova, inoltre, fa fronte anche alle richieste di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
«Il flusso migratorio – commenta Maglio – non è calato, ma non c’è alcun tipo di politica. Si tratta il fenomeno sempre in modo emergenziale. È un peccato, l’idea che avevamo avuto con il direttore del Consorzio Giorgio Savino di costruire una rete di accoglienza diffusa e strutturata sul territorio non è stata realizzata. Il nostro paese ha bisogno di giovani. Più li formiamo più il nostro Paese cresce».