Che anno il 2021! Comincio così questa edizione del Bilancio Sociale perché è stato davvero faticoso e doloroso per me personalmente, ma anche entusiasmante e frenetico per tutto quello che abbiamo promosso come Cooperativa.
Si annunciava come un anno di ripresa di vita quasi normale invece, di nuovo, il virus ci ha costretto a non trovarci, a distanziarci, a tutelarci con le mascherine e, per fortuna solo nel caso dei nidi e della materna, a chiudere ancora a marzo.
È per la Cooperativa il quarantesimo anno dalla fondazione e ci guardavamo negli occhi, parecchi punti interrogativi: un traguardo così importante ci teneva lontani e non ci permetteva di organizzare nessun evento pubblico partecipato e nessuna festa da condividere!
Noi, come sempre caparbi, ci siamo guardati in faccia e, con un gruppetto di visionari, abbiamo provato a scrivere un programma coinvolgente che corresse sul filo del tempo dalle origini passando per il presente e guardando al futuro.
Un programma ambizioso che ha richiesto anche un investimento economico non trascurabile soprattutto in tempi magri. Ma, come suggerito da Elisa, meglio pensare in grande e poi semmai abbassare il tiro.
Il CDA ha preso in esame sia il programma che il budget ed ha autorizzato l’esecuzione previo impegno a recuperare parte delle risorse attraverso bandi o, sponsorizzazioni o donatori.
Quindi mi scuseranno i lettori se questa mia introduzione, diversamente dalle precedenti, racconterà più di noi: perché è nel fare quotidiano che prende corpo e senso la politica che pratichiamo da anni.
Siamo partiti con il nostro “XL quaranta ed oltre” con l’elefante realizzato all’aperto dai nostri ragazzi dei servizi educativi sotto la guida di Massarutto. L’elefante perché? Perché è grande e anche la coop ormai è matura ma soprattutto perché l’elefante protegge i più piccoli e i più fragili del branco. Ci hanno aiutato la generosità di Massarutto, la conoscenza del territorio di Quadraroli e la pazienza dei nostri educatori che hanno recuperato il materiale necessario, tutto da riciclo, ed hanno motivato i ragazzi che hanno partecipato. L’elefante è posizionato in un percorso di arte e natura a Lodi, nel parco di Villa Braila gestito da un’associazione locale che ci ha accolti.
Abbiamo incontrato virtualmente su Webinar moltissime persone legate alla Cooperativa, ad enti pubblici con cui collaboriamo e operatori di altre Organizzazioni per discutere sugli interventi che stiamo facendo, su come traguardarli verso un tempo post pandemia facendo tesoro delle esperienze che nostro malgrado abbiamo dovuto fare. In tutti i settori coinvolti è emersa con grande forza la necessità di costruire nei territori alleanze, collaborazioni tra enti ed istituzioni che si confrontano ed uniscono risorse per la costruzione di quella che chiamo da sempre COMUNITÀ.
Grazie alla capacità di Ciro come fotografo abbiamo realizzato, in uno spazio oerto da un cittadino lodigiano, una mostra fotografica con i ritratti di chi oggi ci mette la faccia! Operatori, volontari, ospiti dei servizi! La mostra è stata proiettata sulla vetrina di un negozio in centro quindi fruibile nel pieno rispetto delle regole. I ritratti sono stati poi raccolti in un book che verrà donato ai lavoratori, soci ed amici della Cooperativa.
Abbiamo pensato che fosse necessaria per noi ma anche per tutti riprendere la visione del nostro fondatore, non tanto con intenti celebrativi, lui sicuro non l’avrebbe gradito, ma perché le posizioni da lui prese più di quarant’anni fa rispondono perfettamente ai bisogni di oggi. Così si è arrivati alla costruzione di un monologo teatrale che ha come titolo la Mission della Cooperativa “Una ragionevole felicità” scritto e realizzato da Silvia Frasson. Un incontro prezioso ed emozionante. Una capacità di portarti dentro i sentimenti e le persone che davvero sembrava difficile costruire.
L’arte ha accompagnato questo programma anche sul versante pittorico. Abbiamo realizzato un’opera di street art a Lodi, di Jorit, il famoso graffitaro napoletano che ha realizzato moltissimi ritratti di personaggi che si sono fatti apprezzare in campi molto diversi. In occasione della realizzazione dell’opera che raffigura Don Leandro l’autore ha incontrato i ragazzi dei nostri servizi che hanno partecipato e realizzato numerosi murales in spazi diversi della città, e i ragazzi del corso di grafica del Centro di formazione professionale.
A Montebuono, in Umbria, avremmo voluto realizzarne un altro, con l’artista locale Awzo, su un muro esterno della nostra Casa Alloggio, ma non è stato concesso il permesso.
L’evento lodigiano ha chiuso la rassegna di proposte fatte nei territori che però è stata accompagnata a partire da maggio da un cammino tra i servizi della Cooperativa. Si è trattato di un percorso a tappe, incontrandoli tutti, che mi ha visto camminare a fianco di responsabili, operatori, ospiti dei vari territori. Ogni servizio ha pensato e realizzato un dono per quello successivo, nessuno banale, sempre pensato e ricco di significato e tutti si sono fatti in quattro per ospitare i camminatori al meglio delle possibilità. È stata per me un’esperienza arricchente, che mi ha permesso di conoscere storie e persone che quotidianamente con me condividono il cammino e la storia della Cooperativa. Ci siamo ritrovati, siamo andati l’uno incontro all’altro, ci siamo nutriti e non solo in senso metaforico. Ma finalmente abbiamo potuto guardarci negli occhi, dal vivo, a gruppetti che via via si facevano più numerosi e sempre di più abbiamo capito quanto importante e preziosa nella vita di tutti sia la relazione con l’altro. Riflettevo sulle facce, le risate, le fatiche, i bagni, il mal di piedi, il fiato corto, i panini, le merende, cose davvero semplici a cui probabilmente non diamo mai tanta importanza eppure ritrovarci è stato liberatorio, ne avevamo bisogno tutti. È stato per me anche un ripercorrere 30 di questi quarant’anni, riflettere su quella che ero quando sono arrivata in Famiglia Nuova e la persona che sono oggi. Certamente la vita mi ha fatto un grande regalo anche se la fatica è stata tanta e poche volte la strada in discesa, ma gli incontri, le amicizie vere, le affinità, le sensibilità le storie di vite tormentate che ho incontrato mi hanno fatto apprezzare cose che non sarei riuscita nemmeno a vedere con gli occhi del prima.
Ritornando a riflettere sulla ragionevole felicità, qualche giorno fa pensavo che, al netto delle garanzie e della sicurezza che ti dà un lavoro che ti consente di vivere con dignità, di cui tutti dovrebbero poter godere, tutto il di più davvero non credo restituisca tanta felicità, quindi in quel “ragionevole” ci stanno tante cose piccole e grandi gesti quotidiani che partono dall’incontro, dall’ascolto, dallo stare insieme e che non hanno un prezzo!
Ah ecco, dimenticavo di dirvi che tutto quanto abbiamo realizzato è stato in larga parte coperto da donazioni e contributi e lavoro volontario. E anche questo è un piccolo grande segno di come viene riconosciuto il valore di ciò che tutti noi facciamo.
Buona lettura
Mery