Carla Ludovica Parisi per “Il Cittadino”, 19 maggio 2022.
Riconoscimento al silent book “Riflettiamoci” di Gek Tessaro edito da Carthusia, nato con la collaborazione della comunità lodigiana.
Un risultato inaspettato e motivo di grande orgoglio, perché il più prestigioso riconoscimento italiano nell’ambito della letteratura per l’infanzia quest’anno ha visto protagonista anche una realtà di Lodi e un percorso di ascolto di adolescenti che vivono una condizione di difficoltà, messa ancora di più alla prova dalla pandemia.
Il silent book “Riflettiamoci” di Gek Tessaro, edito da Carthusia e realizzato con il coinvolgimento dei ragazzi di Famiglia Nuova, ha infatti vinto il Premio Andersen per il miglior libro senza parole. Un’opera che ha convinto la giuria per «l’appassionata e nitida bellezza di una storia esemplare capace di raccontarci con semplicità e profondità valori universali» e grazie, inoltre, al «fascino di tavole sapienti capaci di rivelare tutta la bravura dell’autore e all’attentissima partitura grafica dell’opera».
In attesa della premiazione, in programma il 28 maggio al Palazzo Ducale di Genova, la cooperativa e la casa editrice esprimono soddisfazione e gioia: «”Riflettiamoci” è un silent in cui crediamo molto, realizzato da un grandissimo autore come Gek Tessaro alla fine di un percorso di ascolto dei ragazzi di Famiglia Nuova – ha spiegato la fondatrice e direttrice editoriale di Carthusia Patrizia Zerbi – è un albo bellissimo e molto “carthusino”».
«Non possiamo che essere orgogliosi di questo riconoscimento».
Quasi senza parole la presidente della cooperativa lodigiana Mariarosa Devecchi: «Per noi è stata una notizia inaspettata e portatrice di tanta gioia – ha detto – daremo delle copie di “Riflettiamoci” e “L’isola al l’ultimo piano”, realizzato da Riccardo Guasco sempre per Carthusia e con la collaborazione dei nostri ragazzi, alle biblioteche del Lodigiano e del reparto pediatria dell’ospedale Maggiore, per farli conoscere nel nostro territorio».
La storia che ha ricevuto il premio Andersen racconta, attraverso l’incontro tra un rinoceronte e una giraffa, animali molto diversi tra loro ma accomunati dall’essere soli e un po’ goffi, come il vedersi insieme possa essere un bel modo di ricominciare anche nelle emergenze.