Scrivere cose di senso in questo inizio di marzo 2022 è più difficile di sempre. Scrivevo che la guerra non la volevo e non la voglio ancora. Ogni guerra è sbagliata e va tentato di tutto per evitarla o interromperla il prima possibile. Sono convinto che le sanzioni internazionali non fermino Putin e i suoi accoliti assassini, ma colpiranno prima di tutti i più poveri; nemmeno l’esclusione degli atleti paraolimpici dalle gare in corso è un deterrente al proseguimento del conflitto, e non certo la stupida cancellazione di eventi culturali celebrativi dell’arte russa possono esserlo: anzi l’orgoglio fuori controllo dell’astro discendente può scatenarsi e portarci con sè, in caduta libera. Anche armare i combattenti/resistenti ucraini e i mercenari di guerra già in campo per aiutarli non penso distenda i nervi: i miei si ritraggono ulteriormente. E anche il diritto a difendersi, pur sacrosanto, è combustibile per l’incendio.
E poi sì, questo “privilegio” di essere bianco più che farmi stare “sereno” per la pronta solidarietà mi mette a disagio. In qualche anno di accoglienza di giovani cittadini africani ho sentito forte sulla loro pelle la discriminazione etnica: qualche volta chiedere l’esigibilità di un diritto per loro ha voluto dire riformulare più volte, anche con toni accesi, la richiesta del diritto più fondamentale.
Mi unisco quindi al coro di Baobab Experience che, oltre che per i fuggitivi ucraini chiede più diritti di accoglienza anche per i cittadini e le cittadine in fuga da altre guerre. Più diritti di migrazione per tutte e per tutti perchè l’esigenza di migrare dalle proprie radici per un’esperienza di arricchimento e crescita è un’opportunità eccezionale; migrare in fuga da assassini spregiudicati, lasciando le proprie cose e i propri cari alle spalle, è un destino infame.
Se non sei bianco poi…
Bruno