Carla Parisi per “Il CIttadino”, 3 febbraio 2022, p. 43.
Un sacerdote che aveva davvero ‘sposato’ il Concilio Vaticano II e con esso l’idea di una Chiesa e un clero in mezzo alla gente e ai poveri. Così Mariarosa Devecchi, presidente di Famiglia Nuova, ricorda la figura del fondatore di questa realtà, che ha deciso di rendergli omaggio attraverso un’opera, un murale, dipinto in piazzale Forni, in prossimità della sede.
Un segno tangibile, visibile da tutti, che sarà realizzato dallo street artist Jorit, napoletano, celebre per i suoi ritratti (da Maradona a San Gennaro nel quartiere Forcella) a cui è stata commissionata l’opera.
Jorit arriverà oggi a Lodi e inizierà a lavorare intorno alle 14.30 al pannello (di 15 metri quadrati) che sarà sistemato in piazzale Forni, nella parte alta dell’edificio del CFP.
Come racconta Devecchi, l’incontro con don Leandro risale all’epoca della costituzione della cooperativa, alla quale lei ha partecipato, dopo anni di esperienza di volontariato al Mosaico come responsabile della parte gestionale e giuridica: «Famiglia Nuova è nata dopo due anni in cui don Leandro aveva avviato una serie di accoglienze.
Era il tipo di persona che dava soldi a chiunque ne avesse bisogno, ma nel mondo cooperativo questo non è possibile – spiega – questo tipo di organizzazione, per quanto aperta all’organizzazione, richiede delle regole da rispettare, e lui era davvero una persona libera. Andava a dire in giro che ero un carabiniere».
Nato nel 1933 a Guardamiglio, don Leandro Rossi è stato più che una promessa della teologia nazionale: ha insegnato Teologia morale al Seminario di Lodi e anche a livello nazionale, ed è autore di pubblicazioni come il Dizionario enciclopedico di Teologia Morale. Diventato parroco a Tormo e Cadilana, nel 1979, ha accolto nella chiesa del paese un ragazzo tossicodipendente, e da qui ha iniziato il percorso che l’ha portato alla comunità.
La scelta di Jorit per questo omaggio invece si spiega cosi: «Gli abbiamo chiesto di realizzare l’opera perché ci riconosciamo nel suo pensiero secondo il quale “dipingere un volto comunica grandi emozioni, non c’è bisogno di aggiungere parole. Basta guardarsi in faccia”. Noi non vogliamo celebrare il personaggio di don Leandro, ma il suo sguardo».