E una, due, quattro poi una volta alla settimana, due, quattro. Una serie infinita di omicidi. Femminicidio secondo me sminuisce il titolo del reato, facendone una sottospecifica. E un po’ addossa la responsabilità sociale e culturale agli uomini (è ancora femminicidio nel caso in cui l’assassina sia donna?). È una rogna sociale, esplosa negli anni, gravissima. E non è un problema di maschi. E le cause non possono essere cercate in questa o in quella motivazione, non sappiamo se rappresenti il costo che ha oggi la cultura dell’economia del vivere nel terzo millennio, se sia uno dei risultati culturali e storici dei precedenti secoli di civiltà, prodotta al maschile, o l’inizio di una selezione involuzione “cannibale” della Natura.
Non credo si tratti di raptus maschile: mi si insegna che i maschi sono razionali (direi viene insegnato imposto loro, fin da piccoli, di assumerne la maschera), credo piuttosto che ai maschi non sia stato insegnato a tenere dentro, con accettazione, la sconfitta, la perdita; maschi cresciuti per vincere, spesso costretti a ribaltare il risultato delle frustrazioni subite dal genitore; o “studiati” per spiccare fatture e produrre partite Iva di pseudo utilità o artisticità, di alcuna concretezza. Penso che ai maschi non sia stato insegnato loro che lasciar andare è difficile, non sia stato raccontato loro che è possibile imparare a sopportare il dolore della separazione, dell’abbandono, della perdita della casa, del doversi reinventare un lavoro, la vita.
Le donne non chiedono aiuto quando cominciano a capire che qualcosa non va. Non subito. E i maschi che covano vendetta sono forse bravi a celare l’incapacità di andare a patti con risultati diversi e negativi rispetto a quelli prefigurati, per il proprio disegno di vita: una casa, un lavoretto, una moglie che accudendo prende il posto dell’amata mamma, la libertà di porre e disporre materialmente della propria libertà, il controllo ossessivo della libertà della femmina e via molto altro. Ma adesso devono chiedere aiuto. E tutti possono aiutare: i maschi tra loro, le femmine con e per loro; la scuola e la famiglia perché fin da piccoli devono mutare gli orizzonti culturali. Uomo e donna, maschio e femmina devono allearsi per provare a impostare le strutture e i processi moderni entro parametri di differenza e parità di genere.
Bruno