Riccione 21-22-23 ottobre 2021
I prefissi re, sostitutivi del to dell’infinito, esprimono chiaro il concetto del titolo di questa 13 edizione del Congresso nazionale su AIDS e sulla ricerca antivirale: ri cercare per ri partire insieme. E l’essere tornati in presenza, dopo la passata edizione tutta online, è un’esperienza di speranza dopo mesi e mesi di distanziamento sociale. Molte informazioni sull’attuale stato dell’arte relativa a Hiv e Aids, caratterizzata dalla concomitante pandemia da Covid-19, le potete leggere nel sito del Congresso: www.icar2021.it.
Partendo dall’ultimo giorno di programma svolto mi piace iniziare questo breve report accennando al modello fast track city, adottato da 300 città del mondo, 8 in Italia, che permette davvero la convergenza efficace delle energie messe in campo per l’informazione, la prevenzione, l’accesso rapido al test e all’eventuale trattamento personalizzato, valorizzando le competenze sociali e cliniche di ciascun partner che partecipa attivamente al progetto;
la collaborazione tra Enti del servizio sanitario pubblico, Istituzioni civiche, e Terzo Settore si conferma modello vincente nell’ottimizzazione, e nei risultati raggiunti, per controllare la diffusione da Hiv e per anticipare le manifestazioni patologiche di Aids.
La società clinica, senza i comitati delle Associazioni, da sola non riuscirebbe a controllare altrettanto efficacemente il carico virale di Hiv circolante nella società più allargata. I check points, servizi snodo delle fast track cities, diventano essenziali per garantire accesso ai trattamenti farmacologici pre espositivi e per l’accesso facilitato ai test di rapida esecuzione soprattutto per le popolazioni più vulnerabili: anche nei tossicodipendenti attivi risulta riportare discreto successo l’utilizzo della PrEP (profilassi pre espositiva) che nel futuro a breve potrà essere maggiormente utilizzata perché sarà commerciata anche in formulazione iniettiva di lunga durata (6 mesi il tempo di efficacia in utilizzo intra muscolare, anzichè l’assunzione orale che deve essere quotidiana).
Un altro argomento principe tra quelli discussi, a forte rilievo sociale, è stato trattato nella seconda giornata del Congresso, in numerosi abstract presentati e relativi ai domini che sono misurati per determinare il livello di qualità della vita (QoL) delle persone che vivono con Hiv o Aids. È rilevato che le patologie correlate all’Hiv, dolore neurologico, malattie ossee, malattie neoplastiche o cardiovascolari, e l’ansia e la depressione per queste possibili evoluzioni delle condizioni dell’infezione, incidano ancora negativamente sulla QoL, pur apprezzando, negli studi presentati, l’ottimo successo dei risultati raggiunti dalle più innovative formulazioni farmacologiche in percentuale molto alta tra le persone intervistate per questo studio.
In conclusione di articolo non posso non citare il valore dello slogan U=U sancito dalla Conferenza italiana di Consenso nel 2019 presso il Ministero della Salute che è reale, non solo di successo nell’ambito di una comunicazione efficace! Lo ha dichiarato con forza Valeria Calvino, VicePresidente di Anlaids, co presidente con Capobianchi, Cattelan e Mussini, per una presidenza di Congresso tutta al femminile, all’apertura del Convegno.
È vero, è scientifico, è parte della vita reale: non determinabile (virus non rilevabile nel sangue) uguale a non trasmissibile (carica virale pari a zero non può infettare altre persone).
È necessario che tutti lo sappiano, anche i non addetti ai lavori, e soprattutto le popolazioni più a rischio di trasmettere o acquisire l’Infezione: uomini e donne, migranti e non, tossicodipendenti attivi sempre o sporadicamente, sex worker invisibili, persone ristrette in carcere.
Sono tornato a casa sempre più convinto e nutrito dalla certezza che Hiv prima o poi sarà eradicato: attendo con esigenza quel giorno e sarà per me, spero per molti di noi, festa grande.
Bruno Marchini