La lettera di Mariarosa Devecchi, Presidente di Famiglia Nuova, al direttore de “Il Cittadino”, 26 marzo 2019
Gent.le Direttore,
invio questa lettera per far emergere con chiarezza e spero con precisione, il risultato di un percorso travagliato che in queste ultime settimane ci ha portato a scelte non semplici rispetto alla partecipazione di Famiglia Nuova al bando emesso dalla Prefettura di Lodi relativo alla gestione dell’accoglienza dei migranti ad oggi presenti sul territorio, in particolare al bando rivolto a strutture fino a 50 posti in accoglienza diffusa.
Premetto che il bando di Lodi è sostanzialmente identico a quello delle altre Prefetture che ad oggi lo hanno pubblicato e segue fedelmente le disposizioni date dal Ministero degli Interni ed abbiamo apprezzato il tentativo di promuovere l’accoglienza diffusa che la Prefettura di Lodi, più di altre, ha provato a mettere in campo.
Mi occorre però segnalare che la base d’asta pro capite giornaliera per i 600 posti cui si fa riferimento è di 18 €, quasi dimezzato rispetto a quanto previsto nei precedenti bandi. Il motivo di tale decurtazione è da imputare alla riduzione, anch’essa sostenuta, delle attività richieste al gestore.
Infatti si richiede oggi sostanzialmente di garantire vitto e alloggio, peraltro con una formula usa e getta molto poco attenta ai temi ambientali, e il controllo delle persone. Sparite le richieste di alfabetizzazione, di accompagnamento sanitario e di tutte le innumerevoli azioni volte all’integrazione. Non richieste quindi tutte le attività che davano senso alla nostra partecipazione perché totalmente aderenti alla nostra mission.
Abbiamo pertanto deciso, col parere favorevole e unanime dell’assemblea dei soci, di non partecipare al bando, e di unirci ad altre realtà che sul territorio gestiscono con la stessa logica per fare ricorso al Tar evidenziando che nella costruzione della retta mancano voci di costo obbligatorie per le imprese come le nostre, non solo perché richieste per legge ma anche dall’etica di Impresa Sociale. Per esemplificare mancano i costi della sicurezza, i costi assicurativi, i costi di una gestione amministrativa e contabile corretta, i costi per la formazione del personale.
Abbiamo preso questa decisione perché non vogliamo e non possiamo assecondare la logica con cui è stato costruito il bando. Non siamo nati per agire un “controllo sociale”, peraltro lo fanno meglio gli organismi deputati, ma per affiancarci in tratti di vita difficili e per provare a restituire dignità, autonomia e speriamo anche un po’ di felicità a cui tutti hanno diritto.
Questo è il nostro ruolo e questo è quello che vogliamo continuare a fare con tutte le persone che ci chiedono una mano. Questo tratto non è presente nei bandi e non trova copertura nella base d’asta. Lo possiamo e lo vogliamo fare con risorse che ci impegniamo a trovare da altre parti, ma per farlo non possiamo, partecipando, avallare un modello che non condividiamo.
Possiamo contare sulla disponibilità dei nostri soci, dei nostri operatori, anche di quelli che perderanno il lavoro, e siamo sicuri che troveremo altri che ci daranno una mano. Ai 12 ragazzi che oggi ospitiamo nel lodigiano , 8 a Graffignana e 4 a Cornovecchio, e a tutti gli altri nelle altre Provincie dove gestiamo l’accoglienza, consegneremo oggi questa lettera che le trascrivo perché forse aiuta a capire come ci sentiamo oggi.
La saluto e nuovamente La ringrazio per la disponibilità