Davide Cagnola per “Il Cittadino”, 23 marzo 2019, p. 8.
Presentato un ricorso al Tar contro il bando sull’accoglienza dei profughi della prefettura di Lodi. Le cooperitive sociali Famiglia Nuova, Fuori Luoghi e il Melograno, con la Minerva Srl (che a Lodi gestiva l’accoglienza con a coop Le Pleiadi) non accettano le nuove linee guida del Ministero dell’Interno e dopo aver deciso di non partecipare al bando per il 2019 e il 2020, ora puntano ad ottenerne l’annullamento per vie legali. Lo stesso è stato fatto già anche in altre province, a partire da Milano.
«Non vogliamo e non possiamo assecondare la logica con cui è stato costruito il bando -spiegala presidente di Famiglia Nuova, Mariarosa Devecchi -. Oggi sostanzialmente viene chiesto di garantire vitto e alloggio e il controllo delle persone. Sono sparite le richieste di alfabetizzazione, di accompagnamento sanitario e di tutte le innumerevoli azioni volte all’integrazione. Ovvero di quelle attività che davano senso alla nostra partecipazione». Per questo l’assemblea dei soci ha votato all’unanimità di non aderire al bando. Una decisione non facile da prendere, anche perché, «oltre alla preoccupazione per la qualità dei servizi rivolti alle persone che ospitiamo», potrebbe portare al licenziamento di otto educatori che ora lavorano nelle comunità gestite da Famiglia Nuova nel Lodigiano (a Graffignana e Cornovecchio, per complessivi 12 profughi) e in altre province, oltre al taglio delle collaborazioni con mediatori linguistici e insegnanti. «Il nostro impegno è cercare di mantenerli dove possibile, ma non potremo farlo con tutti» dice amara.
Ma non è questo l’oggetto del ricorso al Tar. Nella costruzione della retta (pari a 18 euro pro capite per le unità abitative e 23 per i centri collettivi, rispetto ai 35 del passato) «mancano voci di costo obbligatorie per le imprese come le nostre» aggiunge Mariarosa Devecchi. Per esempio i costi della sicurezza, quelli assicurativi, quelli di una gestione amministrativa e contabile corretta, e per la formazione del personale.
Nel frattempo ieri è scaduto il termine per aderire al bando. Martedì verranno aperte le buste su una piattaforma telematica per valutare la regolarità dei documenti presentati e le offerte. Il bando, del valore di 9,3 milioni (comprensivo del kit di primo ingresso e del pocket money) prevede la presenza per i prossimi due anni di circa 600 profughi sul territorio, quasi la metà rispetto a pochi anni fa, frutto anche delle nuove politiche sui flussi migratori che hanno quasi azzerato gli sbarchi sulle coste italiane.