Raffaella Bianchi per “Il CIttadino”, 14 gennaio 2019, p. 3.
Dopo lo stop alla protezione umanitaria, iscrizione all’anagrafe e servizi a rischio.
Si vedranno caso per caso le ripercussioni pratiche del decreto sicurezza. Anche perché, dopo l’entrata in vigore della legge lo scorso 5 ottobre, «non ci sono disposizioni transitorie e per alcune situazioni potrebbe dover decidere il giudice».
A specificarlo è stata l’avvocato Maria Luisa Crotti, vice presidente della Camera penale della Lombardia orientale, che sabato pomeriggio è intervenuta all’incontro di formazione organizzato dalla Fondazione don Leandro Rossi.
Nella sede di via Agostino da Lodi sono giunti i rappresentanti di diversi enti che nel Lodigiano fanno accoglienza per persone migranti, che sono stati guidati nella lettura della nuova legge.
«Questo è il primo di una serie di incontri», ha annunciato Carlo Cavalli, presidente della Fondazione.
Il punto che più riguarda anche il Lodigiano è forse l’articolo 13, relativo alla possibilità di iscrizione all’anagrafe. Dal 5 ottobre infatti per l’iscrizione all’anagrafe lo straniero non si può più avvalere del permesso di soggiorno per protezione umanitaria. Di conseguenza in questo caso non può avere la residenza, né aprire un conto in banca, né iscrivere i bambini a scuola.
Due le grandi questioni in proposito. La prima: finora chi ha ottenuto la protezione umanitaria ed era ospitato in un ente, era anche inserito in un percorso, individuabile, in un domicilio. Nel momento in cui questo percorso si interrompe perché non viene più riconosciuta valida la protezione umanitaria, la persona – o la famiglia – deve lasciare la struttura, ma non potrà quindi iscriversi all’anagrafe. «Non sarà rintracciabile, non avrà diritto al Servizio sanitario nazionale e si curerà da sola e in clandestinità. Cosa significa questo anche per la collettività? E se la persona aveva già trovato un lavoro, magari come badante, il cambiamento non riguarderà soltanto lei, ma anche le famiglie italiane, E se fosse un genitore con bambini alla scuola dell’obbligo, quali saranno le conseguenze del non potersi iscrivere all’anagrafe?».
Queste alcune delle domande le cui risposte si vedranno nei singoli casi nei prossimi mesi, in tutta Italia e anche da noi.
Proprio la fase transitoria è la seconda grande questione: chi infatti si è visto riconoscere la protezione umanitaria prima del 5 ottobre, quando la legge lo prevedeva, potrebbe trovarsi oggi in situazioni nelle quali gli viene comunicato che la protezione umanitaria non è più valida. Come saranno gestiti questi casi? Casi concreti che gli enti del Lodigiano hanno ben presenti, ma le risposte della legge non sono ancora chiare.
L’idea uscita sabato è quella di coordinarsi per confrontare le situazioni pratiche.
Altro punto messo in luce, è stata la lista – non ancora stilata dei paesi considerati “sicuri” dall’Italia. Infine, con il decreto sicurezza viene chiesto alle cooperative sociali che svolgono attività a favore degli stranieri di pubblicare sul proprio sito ogni trimestre l’elenco dei soggetti a cui hanno versato una somma per servizi di integrazione, assistenza e protezione sociale.