Raffaella Bianchi per “Il CIttadino”, 13 novembre 2018, p. 2.
Ventitre partner tra pubblico e privato sociale, una durata di tre anni, finanziato dalla fondazione “Con i bambini” che ha sede a Roma e opera a livello nazionale: il progetto “Behind the blackboard” su dispersione scolastica, prevenzione extra-scolastica e cittadinanza attiva, focalizzato sui ragazzi dagli 11 ai 17 anni, ha come capofila la cooperativa sociale “Famiglia Nuova” e coinvolge le cooperative “Il Mosaico”, “Le pleiadi”, “Microcosmi”, e poi l’Ufficio di Piano, l’Azienda speciale consortile, le associazioni “Emmaus” e “Pierre”, ancora la cooperativa “Emmanuele” di Casalpusterlengo, l’associazione di volontariato Farabà; inoltre Lodi, Lodi Vecchio, Pieve, Borgo San Giovanni, Sant’Angelo, Graffignana, Tavazzano, San Martino in Strada e otto scuole tra medie e superiori (Itis Volta, Centro provinciale istruzione adulti, Einaudi, Istituto di istruzione superiore di Codogno con Merli, Ambrosoli e Calamandrei, Collodi e Morzenti di Sant’Angelo).
L’Università Cattolica seguirà il monitoraggio del progetto.
Uno sforzo imponente, partito il 3 settembre e che ogni tre mesi prevede un tavolo di confronto. Al centro, il rischio della dispersione scolastica e la povertà educativa che rappresentano la punta di un iceberg nella vita di un ragazzo o di una ragazza.
Ben lo sanno a “Famiglia Nuova”, dove da anni si occupano di questo campo. Afferma la responsabile del progetto Cristiana Passerini: «Il difficile è agganciare quei ragazzi che sono fuori da ogni circuito – sottolinea -. Partiamo dalla prevenzione scolastica. Faremo formazione ai docenti, coinvolgendoli nella rete che guarda agli studenti a rischio; ci sarà un educatore di corridoio, ad intercettare quei bisogni che escono più facilmente in contesti informali scolastici come vicino alle macchinette o ai bagni. Nel secondo quadrimestre con Microcosmi saranno proposti laboratori aperti anche a chi è sul territorio».
Un’altra parte del progetto è costituita dalla prevenzione extra-scolastica; quell’educativa di strada che in modo informale avvicina i ragazzi al parchetto o in piazza «Vorremmo intercettare il bisogno che rimane sommerso, quel malessere di chi è già fuori da ogni circuito e costruire un progetto individuale con la persona» spiega Passerini.
Infine, l’ultima attenzione è alla promozione della cittadinanza attiva. Il tutto con l’obiettivo di «creare un tavolo permanente su dispersione scolastica e povertà educative, mettendo in rete gli enti, scegliendo delle linee guida e la progettazione individuale con la famiglia e il ragazzo».