Si chiama Casa Seve l’edificio a Badia Pavese realizzato in onore di Severino Berneri direttore della onlus lodigiana scomparso nel 2015
Paola Arensi per “Il Giorno” edizione di Lodi, 28 agosto 2016, p. II
Un compleanno speciale anche se festeggiato dal cielo «perché i benefattori rivivono nel cuore di chi gli ha voluto bene». Il direttore generale della cooperativa sociale di Lodi Famiglia Nuova Severino Berneri, originario di Castel San Giovanni, si è spento per malattia il 18 aprile 2015, a 51 anni, dopo poco meno di un decennio di servizio. In vita ha vinto tante battaglie contro la povertà, il disagio, la tossicodipendenza e la solitudine ma, purtroppo, il cancro ha avuto la meglio. Il Lodigiano, il Piacentino e il Pavese hanno quindi perso un uomo buono, un ex bancario che aveva deciso di lasciare la carriera d’origine e seguire le orme di chi aiuta i più deboli (primo tra tutti il benefattore lodigiano don Leandro Rossi) e nel tempo ha accettato incarichi di responsabilità in diverse comunità.
Ma Famiglia nuova non si è certo dimenticata di lui e anzi, per il primo settembre alle 16, giorno del suo compleanno, ha organizzato una festa speciale. Una ricorrenza che si inserisce in tantissime altre attività portate avanti seguendo il testimone del compianto e insostituibile amico di tutti. Per ricordare il direttore generale, infatti, strenuo operatore di programmi di promozione, di percorsi di inclusione e integrazione, sarà presentata pubblicamente una struttura a lui intitolata che si trova a Badia Pavese, in provincia di Pavia e quindi a pochi chilometri dalla sua terra d’origine, il Piacentino e da quella d’adozione, il Lodigiano.
Si tratta di «Casa Seve», immobile destinato all’accoglienza dei migranti in fuga da situazioni disperate. «Siamo in ritardo perché, appena pronta la casa, è stata subito abitata per fronteggiare emergenze, ma ci sembra doveroso annunciare comunque la conclusione di un progetto per cui si era speso personalmente, benché già malato, anche Severino – racconta dall’ufficio direzione della operativa Mariarosa Devecchi –. Oltre ad occuparsi di tossicodipendenti e malati di Aids, infatti, coordiniamo una serie di servizi per minori in difficoltà, di assistenza all’infanzia, di aiuto ai bisognosi». «Abbiamo acquistato la casa alla fine del 2014, nel mese di dicembre, per 16mila euro poi, grazie a un contributo di 13.500 euro della Fondazione Banca del Monte di Lombardia di Pavia, è stata ristrutturata – prosegue Devecchi dell’ufficio direzione della cooperativa –. Il generoso gesto ci ha quindi permesso di rispondere ulteriormente al bando della prefettura per l’accoglienza dei migranti da parte dei privati».
Famiglia nuova oggi ospita diverse persone: a Crespiatica 15, a Graffignana 8, a Cornovecchio 6, a Pianello Valtidone 6 e 5 a Castel San Giovanni, Pieve Porto Morone ha 19 migranti e 4 sono a Badia Pavese, mentre a Perugia ci sono 18 unità in 3 strutture. L’accoglienza promossa dalla cooperativa è come un abbraccio in famiglia e si basa quindi su numeri non grandissimi. Le persone vengono accompagnate in un percorso giuridico sanitario e scolastico e se possibile anche lavorativo. «Siamo impegnati su questo fronte dal 2011, dalla così detta primavera araba e dal primo esodo di massa e cerchiamo di migliorare sempre il modello di accoglienza» spiega l’operatrice. La casa di Badia Pavese si trova in via Monticelli 22 «modesta ma dignitosa e su due piani, con sala zona giorno. Si affaccia su un giardinetto e un bagno e di sopra ha due camere da letto. Nel tempo è stata sistemata e arredata ipotizzandola per nuclei familiari vista la sua intimità rispetto alle altre nostri sedi, poi, viste le continue emergenze, ha accolto quattro ospiti adulti maschi».