Laura Bosisio per “La Provincia di Lecco” del 8 febbraio 2011, pp. 1 e 13.
All’ambulatorio per “disintossicarsi” sono in cura ben 140 pazienti. E quasi tutti sotto i30 anni
Lecco- Videogiochi online e socialnetwork, dove si gioca e si scommette con dei perfetti sconosciuti, fino al punto di non poterne fare a meno. Ma anche superenalotto, bingo, lotto, gratta e vinci, win for life, video poker.
Un fiume di soldi e di tempo “investiti” nel gioco d’azzardo, su internet, alle macchinette dei bar: sono le nuove dipendenze che illudono centinaia di persone, e fanno naufragare esistenze, stipendi, pensioni. e vere e proprie fortune. Ne sanno qualcosa al Servizio Multidisci Integrato (Smi) Broletto, l’ambulatorio in centro città dove si curano i malati da gioco d’azzardo e in generale tutte le forme di dipendenza: da sostanze, ma anche da internet e da videogiochi.
Una “clinica” per la disintossicazione, in corso Matteotti 5, anche se residenziale non è. Il fatto che, con soli due anni di vita, lo Smi Broletto ha in cura al momento circa 140 pazienti, quasi tutti al di sotto dei trent’anni, senza contare le consulenze nelle varie comunità di recupero sparse sul territorio, la dice lunga sul “boom” delle moderne schiavitù.
Allo Smi Broletto, accreditato dall’Asl (il servizio è gratuito) e gestito dalla cooperativa sociale Famiglia Nuova ci lavorano psicologa. educatore, medico, infermiera, assistente sociale: insieme per lanciare ai giovani (ma non solo) un amo per risalire la china e cominciare una nuova vita.
«Curiamo le dipendenze da “gambling”, il gioco d‘azzardo: per intenderci le macchinette che si trovano nei bar, i gratta e vinci. Ma anche i videogiochi online: giochi a carte, scommesse. Tanti giovani bruciano intere giornate a giocare in comunità sui socialnetwork – racconta Maurizio Mattioni Marchetti, referente della cooperativa per la nostra provincia. – Quasi sempre i giovani dipendenti da sostanze, come la cannabis, concentrano tutto il loro mondo relazionale intorno ad internet. Così vivono in una realtà parallela, virtuale». Le conseguenze: percorsi scolastici difficili con abbandono o frequente cambio della scuola, problemi relazionali, perdita del lavoro. La cura è a tutto campo: psicoterapia, somministrazione di farmaci, incoraggiamento a creare una nuova rete sociale intorno al paziente.
«Puntiamo a dialogare con tutta la famiglia del ragazzo. Purtroppo i giovani sono ormai impermeabili quando si parla di prevenzione. Come adulti possiamo puntare solo sull’esempio: tornare cioè ad essere punti di riferimento credibili. Per dire che c’è un altro modo di vivere». Il fatto è che «questa generazione, in cui facebook è uno dei connotati dello stile di vita, rischia di relazionarsi col mondo solo in maniera virtuale – sottolinea Giorgia Albani, psicologa e responsabile del Centro – così tutto diventa lecito, proprio come nei videogame».