Da “Il Giorno”, Lodi, 7 agosto 2010.
Elisa Locatelli, responsabile educativa di strada per l’Associazione Comunità Famiglia nuova, scrive:
«Soprattutto dal nostro punto di vista, di educatori e operatori sociali, rispetto allo stato degli adolescenti nel nostro territorio non c’è preoccupazione per un fenomeno dilagante di uso di sostanze o per comportamenti antisociali, ma problemi collegati a una fase scolastica particolarmente impegnativa e decisiva: medie e biennio superiori. Con questa consapevolezza i Comuni, tramite l’Ufficio di piano, stanno investendo da anni in educativa di strada come azione di prevenzione. Siamo convinti che la prevenzione debba passare attraverso il riconoscimento del bisogno sotteso all’espressione del disagio, più che attraverso l’approccio assistenzialista. L’essere educatori ci chiama a far sì che siano i ragazzi i soggetti primi ad attivarsi per il superamento di una condizione di malessere; il nostro lavoro consiste anzitutto nell’accompagnarli in un percorso che consenta loro di riconoscerlo e diventare attori protagonisti di un processo di costruzione di un proprio progetto di futuro».
«Si tratta di svolgere un’attività educativa di vicinanza nei confronti dei ragazzi nel superamento di situazioni di disagio “fisiologiche” della crescita e delle crisi che talvolta caratterizzano l’adolescenza. Dobbiamo tener conto di molteplici fattori di rischio: abbandono scolastico e perdita di fiducia, isolamento sociale, presa di decisioni in assenza di adulti, uso di sostanze, scarsa consapevolezza nella relazione con corpo e sessualità. Su questi fattori si cerca di investire all’interno della relazione educativa che si instaura fra educatori e ragazzi. Pur non avendo quale obiettivo primario il lavoro sull’emergenza o sui casi sociali, gli educatori spesso si trovano a entrare in contatto con casi di difficoltà, in cui è necessario lavorare in rete con Servizi sociali, parrocchie, comuni, scuola, servizi per minori e Asl».
«Sulle iniziative promosse a Turano e Merlino, rispettivamente da Famiglia Nuova e Coop Sol.I., l’educativa di strada ha attivato un percorso di partecipazione sociale che, attraverso il riconoscersi come parte attiva della comunità e il divenirne motori in un processo di attivazione locale, ha coinvolto alcuni ragazzi, responsabilizzandoli nella cura di un orto (Turano) e nella riqualificazione di uno spazio pubblico (Merlino e Turano) accompagnandoli attraverso un processo di presa di coscienza e di costruzione di senso critico nei confronti di comportamenti devianti (esempio, il vandalismo). Ci sono molti altri esempi di gruppi di giovani che si stanno associando in consulte giovanili per avere un ruolo di protagonisti. Questi sono esiti rilevanti che parlano di movimenti positivi di cui i ragazzi e i giovani sono capaci e ci motivano a mantenerci in ascolto e a mettere in discussione le nostre chiavi di lettura per poter davvero comprendere un fenomeno, l’adolescenza, sempre complesso».