Chi si intravvede nelle fotografie coloratissime del SAI di Magione sono 2 ragazzini e 3 ragazzine, figli di 2 coppie di sposi, dall’Africa e dall’America, che abitano una bella casa nel centro di Magione alta.
Sono nuclei famigliari legatissimi all’interno delle loro dinamiche e molto aperti e solari nelle relazioni con chi li incontra. Anche sereni, pur in un contesto di migrazione, e migrare in 4 o in 5 non è come migrare da single: è percettibile comunque la preziosità e la delicatezza dell’affidare se stessi e i propri cari a una cooperativa esperta e capace, ma pur sempre composta da sconosciuti.
Frequentano la scuola, i corsi di lingua italiana per adulti, la rete di progetti di facilitazione all’autonomia e anche ambiti di lavoro.
La comunità d’accoglienza risponde bene, i giovani presenti nei nuclei famigliari facilitano l’inclusione dei rispettivi genitori con altri adulti di riferimento: funziona proprio così.
Ciro, Marisa ed Enrico a proposito scrivono: nel SAI di Magione ci occupiamo di persone migranti, dove l’essere persona è prioritario perché l’unicità della persona è il centro della nostra accoglienza, le diversità un valore. Il senso del nostro lavoro è la creazione di una nuova comunità, fatta da cittadini stranieri e locali, fondata su un senso di appartenenza comune.