Sabato 13 aprile a Roma era convocata l’Assemblea ordinaria di Anlaids: la prima parte è stata dedicata all’approvazione dei bilanci consuntivi 2023 e all’approvazione del nuovo Regolamento. Con l’approvazione di quei documenti si è concluso il mandato del Consiglio Direttivo che ho presieduto, in carica da quattro anni. La seconda parte dell’Assemblea aveva lo scopo di eleggere il nuovo Consiglio Direttivo, per il nuovo mandato che durerà fino al 2028. Il futuro di Anlaids è assicurato dalla nuova Presidenza che porta continuità e rinnovamento e rafforzerà le strutture dell’Associazione. Gli auguri migliori al dott. Luca Butini, immunologo, Direttore SOSD Immunologia Clinica dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, e al resto del Consiglio nazionale che vede, tra gli altri, Michele Ramadori, candidato di Anlaids Umbria, cuore e motore della sezione regionale: a Perugia e a Roma abbiamo tifato per lui.
Per 2 volte ho assunto il ruolo di Presidente dell’Associazione, dopo aver trotterellato nei primi 4 anni da Consigliere nazionale intorno ai grandi che l’hanno fondata e portata ad essere la prima a costituirsi in Italia, nel 1985, e ad essere riconosciuta anche oltre i confini d’Europa. Una storia gigante al cui confronto la mia esperienza, pur lunga e diversificata nel mondo dell’Hiv e dell’Aids, era nana. Nel corso dei 2 mandati quadriennali ho imparato molto e senza l’aiuto di tutti i collaboratori non avrei potuto ricoprire un incarico così rilevante. Una menzione speciale di gratitudine a chi dalla segreteria nazionale di Anlaids mi ha accompagnato nel mio disordine e nella mia incertezza, sopportando quel famoso carattere…
Per me è stata un’esperienza straordinaria ed eccezionale, soprattutto per quello che l’Hiv e l’Aids, anzi per quello che le persone conosciute che vivevano o che vivono con l’infezione o la malattia mi hanno permesso di rappresentare. Sono stato vicino ai miei amici che si ammalavano negli anni 80 e 90, sono stato operatore di Casa Alloggio per chi non aveva una casa o se l’aveva non poteva rimanervi perché le condizioni di salute complessiva erano gravi; oppure che avrebbero potuto restare a casa con la famiglia, ma con la paura del contagio e lo stigma rifiutavano l’ospitalità. Ho partecipato per dieci anni al coordinamento CICA e poi appunto l’esposizione in Anlaids. Un’attività intensa, totalmente dedicata alla causa che mi ha visto lavorare, testimoniare, partecipare, dare direttive per fare che le persone acquisissero più consapevolezza dei comportamenti sessuali assunti, stimolando comportamenti di prevenzione anche con uso di profilattico e di accesso al test anche rapido. Abbiamo organizzato Convegni per l’Italia e promosso progetti anche per le popolazioni migranti. Fatto comunicazione e informazione, a partire dalle scuole.
Sono soddisfatto per ciò che ho potuto fare e sono grato in modo particolare a Fiore Crespi, alla memoria di Mauro Moroni, di Egisto Taino, di Severino Berneri di Famiglia Nuova, a tutta la mia Cooperativa per cui lavoro, che mi ha sempre sostenuto e incoraggiato ad accettare e a condurre gli incarichi. Ringrazio per tutti il Presidente Gian Michele Maglio.
In questi anni la ricerca anche sociale ha potuto cambiare lo scenario: Hiv e Aids non sono più emergenze, anche se restano, con altre Infezioni sessualmente trasmissibili, insidiose.
Finita l’esperienza in Anlaids mi congedo, sereno, da metà della mia vita, perché per questo tema ho speso con ardore la mia passione dai 30 ai 60 anni e oltre.
Ne vado fiero.
Bruno