“Accendere un lume, invece che imprecare contro l’oscurità”: mi rifaccio alle parole di Leandro, che non ho avuto l’onore di conoscere, ma che chiamo affettuosamente nello stesso modo con cui lo ricordano i colleghi che lo hanno incontrato nel loro percorso di vita.
Penso che non ci sia modo migliore per descrivere cosa rappresenti per me la Giornata Mondiale del Rifugiato e della Rifugiata, un evento capace di accendere i cuori, rabbonire le frustrazioni e celebrare l’incontro, con l’augurio di tenere quella luce accesa il più a lungo possibile, perché urlare contro il buio, contro qualcosa che non si vede, è un impegno che ci ruba il tempo dalla cura di ciò che abbiamo davanti.
Alessio