Ciao Seve,
in questo tempo sospeso, dove le cose da fare sono tantissime eppure hai l’idea di vita rubata, mi ritrovo quasi ogni giorno a pensare a cosa avresti detto o avresti fatto tu, quali sarebbero state le tue preoccupazioni, i tuoi pensieri, le tue reazioni.
È talmente tutto nuovo e inaspettato che faccio fatica ad immaginare la tua reazione a tutto quello che ci è caduto addosso.
Eppure, ogni giorno dalle comunità arrivano segni di leggerezza, a tratti anche di allegria. Ci stiamo prendendo cura uno dell’altro riconoscendoci “famiglia” come forse mai ci è capitato. Ed è proprio da quelle piccole unità che molti vedono come luoghi di confino che arrivano i messaggi che noi da fuori non riusciamo a mandare, “siamo insieme, siamo uniti e anche questa volta resisteremo all’urto e forse ne usciremo migliori”.
Mentre ti scrivo questi pensieri, ricordando il nostro saluto dal quale son passati ormai 5 anni, è come se per un attimo ti vedessi seduto in giardino di casa mia, sotto il glicine fiorito, con una spirale di fumo della tua immancabile sigaretta della quale per un momento mi sembra di sentire l’odore!
Ciao Seve, qui si resiste!
Mery