Chi ha avuto la fortuna, come me, di lavorare come educatore con i migranti, non può non aver seguito la vicenda della Sea Watch, con la capitana Karola Rackete che ha deciso di entrare in porto, con tanto di “attacco”, come è stato definito, alla nave della finanza. Attracco riuscito e scoppia il caso diplomatico. Trovo meraviglioso che una pacifista, ex comandante delle navi di GreenPeace, si metta di traverso ai piani di un ministro, chiamato anche lui Capitano, per giunta. Mi piacciono i suoi rasta, la sua canottiera nera, che mi fa pensare ai vecchi lupi di mare, affidabili, e quel sorriso dolce e deciso. Fossi stato un migrante su quella nave, manco a dirlo, sarei stato contento di affidare la mia vita a un capitano così, di certo molto più che all’altro. Non sono un esperto nè di navigazione, nè di diritto, qualcuno che avrà il compito di giudicare secondo le leggi lo farà presto e bene.
A me, mente semplice, è venuta in mente la scena di Pirati dei Caraibi, il secondo capitolo della saga, in cui il Kraken sta cercando la Perla Nera. Per salvare i compagni rimasti Elizabeth Swann con l’inganno incatena Jack Sparrow all’albero maestro, distraendolo con un bacio, tanto bugiardo quanto vero al tempo stesso, facendo sì che la bestia marina, catturando il Capitano, plachi la sua furia. Imprigionandolo e condannandolo al suo destino, Elizabeth, che fino a quel momento si era sempre considerata altro dai pirati, dice a Capitan Jack: “Capisci che non c’è altra maniera. E non mi pento”. E lui,profondamente fiero di lei, le risponde: “Piratessa”.
Ritornando alla vicenda reale, mi chiedo come Karola si sarà sentita sapendo di andare incontro all’arresto; ammiro la decisione e il coraggio di portare avanti un’idea; anche solo per il gusto di costringere il mondo a guardare e interrogarsi, penso infine alla fatica di dover stare tra due diritti ugualmente validi: da una parte quello umanitario, dall’altro i limiti di uno Stato Sovrano.
Ma il pirata, per definizione, non ha giurisdizione, la sua base è Tortuga; il suo mondo è il mare; e questa scintilla è quella che lo smuove e gli consente di percorrere la sua strada, con i suoi rischi e la speranza della meta.
Impossibile fermare chi dentro di sè ha l’immensità dell’Oceano; puoi solo sperare che abbia il cuore dalla parte giusta.
Karola Rackete. Capitano e piratessa.
Tommy