Sabato 27 aprile alla Biblioteca di Tuoro sul Trasimeno si è svolta la presentazione del libro “E Baboucar guidava la fila” (Ed. Minimum fax) da parte dell’autore Giuseppe Dozzini.
Il romanzo è stato ispirato all’autore dalla sua amicizia con alcuni ragazzi richiedenti asilo di Perugia e illustra la vita, le difficoltà, le gioie e i sogni loro all’occasione di una gita al mare.
Un nostro ragazzo nigeriano, ospite in passato del nostro CAS della casa di Tuoro, James, ha accettato di dare il suo contributo all’incontro leggendo il racconto del suo sofferto viaggio verso l’Italia che aveva preparato in precedenza durante le lezioni d’italiano che seguiva con assiduità.
È stato un dono apprezzato dal pubblico che si è complimentato con lui per la sua conoscenza della nostra lingua e lo ha applaudito calorosamente. È seguito un dibattito nutrito e interessante.
Noelle
Sono venuto in Italia perché in Nigeria c’è la guerra. Ci sono i terroristi che vogliono uccidere i cristiani.
Un giorno tornavo dal lavoro in macchina con i miei compagni e siamo stati fermati da un gruppo di terroristi musulmani. Ci hanno fatto scendere dalla macchina e ci hanno picchiati, avevano pistole e bastoni. Hanno distrutto la nostra macchina. Altri musulmani ci hanno aiutato e ci hanno portato con la loro macchina alla frontiera del Niger.In Niger siamo andati in un campo d’accoglienza dove abbiamo fatto tutti i tipi di lavoro senza essere pagati e ci davano da mangiare solo una volta al giorno. C’erano anche donne e bambini. Io e miei compagni siamo stati separati.
Dopo due mesi ci hanno fatto salire su un camion per portarci in Libia. Il viaggio è durato due settimane. La notte dormivamo intorno al camion e la mattina se non ti sbrigavi a risalire nel camion ti abbandonavano nel deserto.
In Libia mi hanno messo in prigione. Anche lì dovevamo lavorare e mangiavamo poco. Poi sono stato costretto ad imbarcarmi su un gommone. Mi hanno fasciato gli occhi e mi hanno imbarcato. Eravamo circa 150 persone sulla barca. Siamo stati salvati da una nave tedesca, poi ci hanno trasferiti su una nave più piccola spagnola e infine su una grossa nave norvegese che ci ha portati a Salerno. Dopo una rapida visita medica mi hanno portato a Taranto con un pullman e infine a Perugia.