In questi giorni si sta preparando per la Giornata della Memoria. Eventi nelle scuole, nei teatri, nei vari punti d’incontro. Come ogni anno in questo periodo io mi domando che senso ha di celebrare questo giorno.
Da una parte, la mia risposta e “Sì, ha un senso”. La Giornata della Memoria era stabilito per commemorare la Shoah, l’olocausto del popolo ebraico. Oggi, per fortuna, è visto da un punto più largo. Si pensa anche ai tanti altri che sono stati uccisi come un risulto delle politiche di Nazi-Fascismo: i Rom, i disabili, gli omosessuale, per citare solo certi gruppi. Per questa ragione uno delle più autorevole stime dei numeri di persone che sono stati uccisi, anche se fatto dal Museo dell’Olocausto negli Stati Uniti, include anche queste altre categorie, e ammonta a 20 milioni di persone. Quello che e successo durante quel periodo e stata una cosa cosi tremenda che non si può dimenticarlo. Non si può fare che tutta quella sofferenza sparisce dalle nostre vite come non fosse successo niente. Bisogna pure in qualche modo fare si che rimane nella nostra memoria, e che i giovani di oggi sono a conoscenza di quello che l’uomo e capace a fare.
Dal altra parte, mi domando se si può ritornare con la mente a quell’evento senza pensare che viviamo in un mondo che e ancora capace ad ignorare la sofferenza degli altri. D’accordo, non vediamo l’uccisione sistematico di 20 milioni di persone. Ma come allora vedevamo navi pieni di profughi ebrei rifiutato un approdo in America e in Palestina, e paesi che rifiutavano a far entrare quelli che scapavano dei regime fasciste, oggi vediamo il Mediterraneo con barche pieno di profughi che si affondano e vediamo gli Stati Uniti a paesi Europei che rifiutano di fare entrare persone che fuggono dai propri paesi. Venti anni fa abbiamo visto un muro abbattuto a Berlino e oggi vediamo altri muri costruiti in Palestina e sui confini degli Stati Uniti. Il mondo ancora rifiuta di aprire le porte a chi ha bisogno.
E possibile che non impariamo niente da quello che e successo nel passato. E pure, e quello che dovrebbe servire la Giornata della Memoria. Non solo a ricordare, ma a far sì che la memoria ci insegna qualcosa, qualcosa che può fare il mondo un posto migliori per i profughi di oggi, non solo per ricordare quelli di ieri. Se no, le parole “mai più” continueranno a suonare vuote come può suonare vuota la commemorazione della giornata della memoria.
Barbara Bennett Agostini