Sono stato a trovare una collega ferita “sul campo di battaglia”: ha ferite importanti, che le mineranno per un po’ l’autonomia dei movimenti. Dopo il primo impatto della visita a sorpresa sono stato ingoiato dalle emozioni che hanno preso il sopravvento dal secondo istante e che, mentre scrivo, mi scaldano ancora gli occhi e il cuore.
Si, sapevo che c’era un legame da qualche parte: gli apprezzamenti ricevuti per qualche scritto appassionato, e le scintille prodotte talvolta nello scambio veloce di fraseggi contrastanti, nell’arco di più di 20 anni di militanza comune, legano involontariamente. Sì, so che le emozioni prodotte da condizioni anche temporanee di disagio mi sciolgono gli occhi, e mi ritengo fortunato per possedere questo potere autoterapeutico. Sì conosco il legame che, grazie a salame con pane e con vino, soprattutto se buoni, viene sancito.
Ma non sapevo di essere così legato nel profondo dell’alleanza che ci ha visto sostenere nascituri di mamme profughe, in fuga dagli orrori che solo certe povertà economiche ti riservano, e ammalate; sostenere i reciproci goleador, bianchi o neri, a seconda, o parteggiare per gli utenti dalle tante fragilità e, spesso, dalle poche risorse residue che abbiamo incontrato e forse conosciuto nei rispettivi servizi in cui siamo stati per così tanto tempo. Vicinanza che ci ha anche resi tristi nel commiato precoce da altri colleghi, che non ci sono più.
C’è una sorellanza ed una fratellanza che non è di sangue, non è di classe e non è nemmeno di affinità immediata. C’è un volersi bene che, nato dentro, lì rimane per rivelarsi nell’occasione imprevista.
Questo può succedere tra fanti e fantesse di conflitti da nessuno dichiarati, ma che esistono sottotraccia e che sono attivamente invasivi e devastanti sulla pelle e nella storia di chi è cittadino più vulnerabile; lesivi e neganti la dignità umana di ciascun individuo.
L’affetto e l’amore gratuito che ieri è emerso dentro e fuori di me, travestito di lacrime, un po’ dolci e un po’ meno, paga e ripaga tanto, tutto.
Grazie cara Carla di esserci nella mia vita.
Ti voglio bene
Bruno