“Hanno chiamato dall’appartamento di Santa Lucia, c’è una ragazza, una ragazza nell’appartamento!”, partimmo assieme io e B. la coordinatrice del progetto accoglienza migranti di un’associazione con la quale ho lavorato in passato, non avevo mai capito né tanto meno visto con i miei occhi cosa fosse “la tratta”.
B. mi portò con lei quel giorno a Santa Lucia: “Michele tu resta fuori e blocca l’uscita del terrazzo” non si trattava di un cinico gioco per fingersi poliziotto, mai d’altronde l’avrei desiderato.
C’era una ragazza a Perugia arrivata da Torino spaventata e rannicchiata sul letto nascosta in una camera, difficile capire chi la proteggeva, chi invece l’avrebbe usata, l’unica cosa certa è che l’indomani avrebbe dovuto raggiungere un’altra città dove la madame (un ex sex worker che ha guadagnato il “privilegio” di fare da mediatrice) l’avrebbe aspettata.
Scoprii molte cose mentre B. parlava da dentro la stanza con la ragazza da donna a donna: “non sei costretta, hanno già rotto il patto e il JUJU non è più valido, il rito magico l’hanno già violato i tuoi aguzzini, sei libera credimi”.
Il Juju è un rito di magia nera durante il quale alla ragazza vengono tagliati capelli, peli di ascelle e peli pubici, si pratica un taglio sulle scapole o in mezzo al seno o sulle braccia.
Spesso il Juju si compie nel periodo mestruale e dopo l’anima passano al corpo: rapite, deportate, imbarcate, le “ragazze di Benin City” verranno sfruttate sulla strada finché non ripagano il debito in denaro, se non lo fanno è a rischio anche la vita dei loro cari rimasti in Nigeria…
F. è stata fortunata ha forse incontrato un pescatore di uomini sul suo cammino e a volte anche l’operato di un “social worker” può cambiarti la vita… F. ha lasciato la strada e oggi ha un figlio di un mese, il suo volto è nuovo, risorto.
F. non è stata giudicata, cacciata eppure era la cosa più semplice da fare “là non doveva starci”, se così fosse andata sarebbe finita da lì a poco dritta nelle mani degli aguzzini e invece senza criminalizzare, specie nella giornata contro la tratta, ripetiamoci:
conoscere per capire e capire per saper tendere la mano…
Mai più tratta.
Michele Ramadori