Da diverse settimane cercavo un momento per riprendere fiato, mettermi davanti al pc e scrivere su quanto sta accadendo nello Sprar di Gubbio. Gli impegni sono stati tanti e tutt’ora, fortunatamente aggiungerei io, continuano a crescere. D’altronde nel nostro lavoro davvero “chi si ferma è perduto”, scrivere in questo momento non è fermarmi, anzi, è piuttosto un momento per rigenerarmi, confrontarmi e riflettere. Lo spazio per la riflessione è qualcosa che sfugge sempre, reputo che sia indispensabile per farsi le giuste domande e capire se la direzione che si sta imboccando è quella giusta. Prendete questo testo semplicemente per quello che è, una riflessione, un resoconto e anche un racconto di quello che sto facendo.
In questi ultimi tre mesi la nostra équipe ha avuto modo di strutturare il servizio, superando le difficoltà imposte da una burocrazia sempre più stringente e contraddittoria. Con un pizzico di orgoglio ammetto che la maggior parte del lavoro, quello sul campo, quello con e per le persone, lo stiamo facendo noi operatori. Siamo riusciti a trovare un ufficio, a ottenere un computer e a comprendere le procedure anche quando nessuno ce le aveva spiegate. Diciamo che la mia “curiosità” mi ha portato a fare molte domande, a pretendere delle risposte fino ad avere un quadro chiaro del nostro lavoro per cercare di organizzare una buona prassi e migliorare.
Le informazioni: i nostri beneficiari attualmente sono 16 e giusto in questa settimana è in programmazione il trasferimento di un ragazzo senegalese nel nostro Sprar. Alcuni ragazzi sono usciti dal progetto ed altri sono in uscita in questi giorni perché giunti al termine del loro periodo di permanenza. Ho scoperto da poco cosa si prova a dover salutare qualcuno ricco di progetti per il futuro, che però non vedrò realizzarsi. Per altri ragazzi invece abbiamo chiesto giusto questa mattina una proroga al Ministero dell’Interno, i loro progetti richiedono più tempo per poter essere portati avanti.
Tre ragazzi afghani e un ragazzo pakistano inizieranno a breve una borsa lavoro. Il ragazzo pakistano comincerà il 27 marzo a collaborare con l’Associazione Gubbio Soccorso. Anche il volontariato è una occasione di incontri e convivenza con gli eugubini.
Insieme ai ragazzi del Servizio Civile abbiamo programmato un calendario di attività per favorire le relazioni tra i giovani di nazionalità differenti. Per questo è stata organizzata una partita di cricket nel parco cittadino: ci hanno insegnato le regole di questo sport. È stata poi organizzata una cena presso una delle nostre strutture, i ragazzi hanno preparato una cena afghana con i controfiocchi (il mio stomaco ne ha fortemente risentito, avendo un rapporto conflittuale con le spezie).
Il 24 è stata organizzata una gita in funicolare con passeggiata, così da mostrare le bellezze dei nostri paesaggi e favorire questi momenti di integrazione.
Ci stiamo preparando a entrare nelle scuole grazie al progetto “Leggere il Contemporaneo” gestito in collaborazione con il Comune. Primo appuntamento il 23 marzo, dove verrà proiettato il film “Sponde” con la regista in sala e i ragazzi delle scuole medie. Dopo la proiezione tre giovani dello Sprar parleranno, con l’aiuto di una mediatrice culturale, di cosa vuol dire avere 13 anni nel loro paese. Andremo anche in alcune classi delle scuole superiori per spiegare cos’è uno Sprar e per rispondere alla domanda: “Perché un individuo decide di scappare dal proprio Paese?”.
Abbiamo attivato un corso di Hccp. Continuano livelli diversi di potenziamento della lingua italiana attraverso corsi resi fruibili dal Cpia. Sta partendo il progetto con l’Associazione Rugby di Gubbio per avvicinare i nostri a questo sport; la squadra di Mixed Ability “atleti allo sbaraglio” è uno spazio solidale in cui un problema motorio, una difficoltà cognitiva o il colore della pelle sono un’evidenza in più, nulla in meno.
Proprio oggi abbiamo incontrato la responsabile della “Raccolta Cibo”, che invia alimenti in due parrocchie boliviane dove operano sacerdoti eugubini. Faremo partecipare i nostri ragazzi allo smistamento e all’inscatolamento dei viveri. Il 6 aprile una catena umana di giovani e meno giovani volontari sposterà ogni scatola nel container per la Bolivia.
Faccio fatica a raccontare tutto, sicuramente avrò dimenticato qualcosa. Spero che la passione nei confronti di questo lavoro trapeli da queste righe.
Ho imparato una cosa: spendersi per l’altro è anche spendersi per se stessi.
Allego qualche scatto di quelle situazioni in cui “resto del mondo” e Gubbio non sono mai stati così tanto vicini. Fotografie che possano raccontare la nostra storia.
Alessio Anelli