Leandro Rossi per “Rocca – periodico quindicinale della Pro Civitate Christiana Assisi”, numero 5, 1° marzo 1998, p. 27.
In Germania una donna può abortire soltanto in presenza di un attestato da cui risulti che è stata adeguatamente informata sulle scelte alternative. Tali documenti vengono emessi da strutture statali, ma anche dalla Croce Rossa, da agenzie private di pianificazione familiare e da Consultori legati alla Chiesa. Il Papa ha firmato recentemente una lettera ai vescovi tedeschi per dire che simile certificato equivale di fatto ad un’autorizzazione all’aborto, avvertendo che «alle istituzioni cattoliche non è consentito fare nulla che possa in qualsiasi modo servire come una giustificazione all’aborto ». I cattolici della Germania, compresi molti vescovi, erano e sono convinti che i consultori hanno una funzione preziosa da svolgere per gli antiabortisti, perché i consultori possono aiutare le donne a risolvere i problemi per i quali vorrebbero abortire. Rinunciare a rilasciare il certificato sarebbe come tagliarsi l’erba sotto i piedi, per gli antiabortisti. Che dire? Lo stesso Cancelliere Kohl, Segretario del Cdu – partito favorevole alla permanenza dei Consultori Cattolici dentro il sistema attuale di certificazione – si è augurato che i vescovi coniugassero le istanze del Vaticano con l’apporto della chiesa all’attuazione della legge.
I giornalisti facevano diverse previsioni. Chi ha pensato alla ribellione viste le recenti frizioni con la Curia Romana sul tema dell’indissolubilità e dei divorziati, sia quello ancor più recente sul ruolo dei laici nella Chiesa. Chi, invece, ha previsto l’integrazione e la subordinazione. Chi, infine, optò per una soluzione « gesuitica », come si suol dire, cioè farisaica ed ipocrita. I vescovi tedeschi, riuniti a Magonza sotto la presidenza dell’Arcivescovo Lehmann, dopo due giorni di dibattito, arrivarono ad una posizione di «Obbedienza responsabile », come mi piace definirla, piuttosto che di mediazione. La Conferenza Episcopale ha deciso – a maggioranza – di interrompere il rilascio dei certificati, ma non da subito. «Non si può cambiare un sistema dall’oggi al domani, quando si tratta di ben 270 Consultori, che fornisco-no (oltre al certificato richiesto) consiglio e assistenza alle donne intenzionate a interrompere la gravidanza, in maniera che poi possano anche non abortire, se vogliono». Potrebbe essere necessario attendere anche un anno per riformare l’attuale sistema: «Tutte le proposte saranno esaminate con serietà e senza pregiudizi».
Giornalisticamente ci fu chi giudicò la «Interferenza » della Curia Romana come: Qui comando io e mo’ te lo dimostro»! Di conseguenza valutò la risposta tedesca come un’intelligente uscita dal trabocchetto. Noi preferiamo non etichettare, ma rispondere pacatamente. Ecco perché parlavo di « obbedienza si, ma responsabile».
Non si rinuncia a riflettere mai, neppure quando ci sono di mezzo ordini superiori (altrimenti avrebbero ragione quelli che si difendevano al Processo di Norimberga per aver uccisi gli Ebrei su comando).
Il problema non e morale: dire si o no all’aborto. La Cei tedesca non può che essere contro l’aborto; e i relativi consultori si adoperano per non fare abortire la donna, con libertà e coscienza. Il problema, dunque è solo «tecnico» o «politico», se si raggiunge più l’obiettivo con la presenza o con l’assenza dei cattolici nelle strutture autorizzate. Non è il caso di turbare la coscienza di chi ha rilasciato un certificato di visita (con la quale ha aiutato a non abortire) come se, viceversa, avesse favorito gli aborti. Sarebbe una posizione integrista. Ma l’ottimo è nemico del bene.
Ci sono casi analoghi di turbamento ingiusto della coscienza cattolica. Ricordo che mio padre prima del Concordato doveva assistere ai matrimoni civili come ufficiale di stato civile; per questo veniva guardato male dal suo Parroco, come se volesse rubargli il mestiere! Altro caso analogo è quello del giudice civile che, accertate le volontà dei coniugi, «deve» emettere sentenza di divorzio. Terzo caso il Governatore dello Stato Pontificio che nel secolo scorso emetteva un decreto di «tolleranza della prostituzione». Per dirlo con la sapienza del popolo: Chi troppo vuole nulla stringe. Onore e merito alla Conferenza Tedesca. E auguri perché trovi delle soluzioni efficaci o intelligenti.
[Immagine: Baldomer Galofre i Giménez, Paesaggio con querce, 1871, particolare.]