Leandro Rossi per “Rocca – periodico quindicinale della Pro Civitate Christiana Assisi”, numero 18, 15 settembre 1997, p. 39.
Come regalo di ferragosto i giornali ci offrono i seguenti titoli: “Da oggi in Louisiana i cittadini potranno sparare al sospetto ladro”, “Furto d’auto licenza di uccidere”, “Giustizia fai-da-te in America”, “Licenza di uccidere i ladri d’auto: approvata con 133 voti favorevoli e uno solo contrario”, “Carta bianca agli automobilisti aggrediti: l’opinione pubblica favorevole”.
Mio Dio, c’è da inorridire.
Come non bastasse, sulle stesse pagine ci sono altri titoli scioccanti: Le femministe americane: con la poligamia donne più realizzate”; “Usa ristorante sadomaso, Camerieri come ‘schiavi'”.
Il testo legalizza l’uso della “forza mortale” da parte del proprietario dell’auto, se è “ragionevolmente” convinto che l’aggressore –non importa se disarmato- voglia impossessarsi del veicolo, Il ricorso alla forza è consentito anche ad eventuali soccorritori, se finiscono per uccidere il malvivente. O Dio, come vale poco la vita ci hai dato! Come è lacunosa qui la certezza del diritto! E il permesso al pesce grosso di far fuori quando vuole il pesce Piccolo.
La legge della Louisiana permetteva già di sparare e di uccidere i malintenzionati (ma come si fa a saperlo?) penetrati in negozi o abitazioni. Ora si arriva a questo Far West urbano, senza neppure regolamentazioni e argini precisi. Basta il consenso del derubando e del popolo plaudente! Adesso capisco perché la Bibbia non ci dice solo di “Non Uccidere” (mai), ma ci dice anche che “la forza del peccato è la legge” (I Cor 15,56).
La legge cioè che dovrebbe esistere per difendere i deboli, in realtà tiene quasi sempre dalla parte dei forti, potenti e prepotenti.
Questo è ciò che dicono oggi i Soloni del mondo tecnologicamente avanzato (e che i nostri pappagalli si affrettano a copiare domani -Dio non voglia-). Ma cosa si diceva ieri circa la difesa dell’ingiusto aggressore? E che cosa si dovrebbe dire domani in base ad una visione sanamente utopica e non violenta del Vangelo. Incominciamo dal discorso tradizionale.
Nei testi di Teologia Morale giunti fino a noi, si legge che l’aggressore ingiusto può essere lecitamente ucciso, se si verificano tutte le seguenti condizioni: a)I beni che si difendono devono essere la vita o beni di grande valore equivalenti alla vita. b)L’aggressore deve essere “attuale” e “ingiusto”. Attuale, perché non è legittima l’uccisione preventiva, e neppure quella fatta dopo, che sarebbe vendicativa e non “difesa” tanto meno legittima. L’aggressore è ingiusto anche se lo è solo oggettivamente, perché pazzo incolpevole. c) La difesa deve farsi “cum moderamine inculcatae tutelae”, che vuol dire solo quando e nella misura in cui è strettamente necessaria per difendersi. Infine un obbligo di difendere ammazzando chi aggredisce la propria vita non esiste: c’è solo la “possibilità morale” di farlo.
Noi oggi non siamo d’accordo con questa teologia vecchia; ma bisogna riconoscere che almeno metteva paletti precisi, scomparsi in Louisiana. Ad esempio i beni da difendere erano equivalenti alla vita, ci voleva poi certezza dell’attentato, che doveva essere in atto e non solo presumibile, per giunta occorreva la moderazione e non c’era la licenza fai-da-te fino ad includere la vendetta. E anche nel caso di delinquenti certi, era sempre illecita la giustizia popolare sommaria.
Noi siamo per rapporti umani evangelici, l che escludono completamente l’uccisione legittima. Respingiamo le tre tradizionali eccezioni: pena di morte, guerra giusta e legittima difesa; che diventano rispettivamente: assassinio delle autorità, guerra ingiusta e illegittima difesa. Significativo in proposito notare che non sono mai stati certi neppure i motivi per consentire queste eccezioni al “Non uccidere”. Chi parlava di conflitto di diritti, chi addirittura di niente. Ora è sempre più chiaro che il principio assolutamente universale (senza eccezione né per il pubblico potere, né per i colpevoli).
Dio e Lui solo è il donatore e Signore della vita umana. Se si tollera una eccezione, poi si legittima tutto. L’America ci insegna!
[nell’immagine: John Clostermanca, John Poulett (particolare), 1680]