Leandro Rossi per “Utopia possibile”, numero 33, maggio – giugno 1994, p. 2.
Caro Antonio, dovremmo presentarci, anzitutto. Io sono un prete, ma non troppo. In questi giorni devo lasciare la parrocchia: non c’è posto per i tossici in canonica, come non c’era posto per il bambino Gesù in albergo. Tu purtroppo non eri conosciuto da me, preoccupato giornalmente con i poveri ma vorrei metterti in guardia da possibili equivoci legati alla tua persona. al tuo ministero e al tuo governo.
La tua persona, anzitutto, sembra dirci che non è vero che il capitalismo ci vuole tutti “belli, bravi, ricchi ed efficienti”. C’è posto anche per gli handicappati. Ma poi mi viene il dubbio che proprio questo potrebbe essere uno specchio per le allodole: oppure la riconferma del principio. Come a dire: “Quando uno è bravo, anche se handicappato, può diventare ministro!”.
Potenzieremmo così il mito dell’uomo di successo e lasceremmo tutti gli altri a piangere non solo sulla loro miseria, ma anche sulla loro presunta colpa. Sono sicuro che sei tanto intelligente che non cadrai in questo trabocchetto.
Ma c’è anche il trabocchetto del tuo ministero: il nuovo dicastero della famiglia. Dovrei esultare, perché l’avevo auspicato, vedendo i governi che non erano a misura d’uomo e tanto meno a misura di famiglia. Eppure anche qui sono preoccupato. anzitutto per la retorica che circonda questo nome “famiglia” e che non condivido, anche se sono cattolico. Il cristiano si batte per il “Regno”, cioè per una società giusta e libera, di amore e di pace. Il prossimo non è il consanguineo, ma il bisognoso, i suoi cari sono prima di tutto quelli che soffrono. Poi la scomparsa del ministro degli affari sociali mi mette in allarme (malgrado la cattiva prova offerta dalla Contri), chi si occuperà di invalidi e mutilati, di orfani e drogati, di carcerari e di malati di AIDS, di anziani e di sieropositivi? Infine, come ministro della famiglia, potresti essere tuo malgrado il contentino della destra ai cattolici, ma perché siano… meno cristiani!
C’è, in terzo luogo, il tuo governo, che potrebbe utilizzarti per mostrare un interesse per lo stato sociale e per la solidarietà, che sembrano uscire dall’impianto di mercato e dai suoi obiettivi. Veramente già i passati governi non scherzavano, con il far pagare i ticket ai poveri ed esonerare l’Avv. Agnelli perché vecchio: con le finanziarie sempre meno dalla parte degli ultimi, come riconobbe anche la Caritas; con le protesi considerate un lusso e cosi via. Ma certo più a destra del tuo governo si può immaginare solo quello di Hitler (ma sono sicuro di sbagliarmi).
Posso darti un consiglio, da amico? Smentisci coi fatti, o almeno con le proposte, questo vostro essere dalla parte dei ricchi. Sentiti veramente l’avvocato dei poveri. Metti il Cavaliere nella condizione di dover scegliere: o con Te e con tutti i poveri; o con il capitale e con “lor signori”. Mostra, ad esempio il coraggio di ritirare il protocollo d’intesa fra stato e regioni”, ultimo “regalo” di De Lorenzo al paese, regalo che sta distruggendo le Comunità. Ci chiede strutture faraoniche. Vuole che troviamo giorno e notte laureati ad assistere i nostri ospiti. Nega la pari dignità tra noi e l’ente pubblico (lasciandoci alla mercè di funzionari cui non interessa niente dei poveri). Ci butta nell’era del fiscalimo, penalizzandoci per la nostra sollecitudine volontaristica e demolendo là dove abbiamo costruito.
[immagine: Pieter Bruegel il vecchio, Massacro degli innocenti, 1565, particolare.]