Leandro Rossi per “Utopia possibile”, numero 9-10, maggio-giugno 1990., p. 28.
Il prete dei poveri e del dialogo bastonato dai neri, dai rossi e dai bianchi come tutti i profeti
H o partecipato ieri sera a Secugnago alla commemorazione di Don Primo Mazzolari, a un secolo dalla nascita, ed è stato un vero godimento spirituale.
Fu figlio spirituale di Geremia Bonomelli (vescovo di Cremona quando egli era chierico) costretto a ritrattare la sua speranza giusta di vedere finalmente la chiesa non più in urto con lo stato, perché sollevata dal potere temporale, al quale avrebbe dovuto rinunciare spontaneamente e gratuitamente.
Don Primo fu profeta perché anticipo la chiesa povera del Concilio Vaticano 2°. Partecipe alla “lega democratica”, capi che la chiesa non doveva essere avversa alla democrazia e alla libertà. Simpatizzante dei cattolici liberali e di Romolo Murri, volle come Sturzo (fondatore del Partito Popolare) un rinnovamento della società civile, ma – a differenza di questi – non cessò mai di chiedere anche un rinnovamento ecclesiastico, anticipando cosi le idee di Papa Giovanni.
Ogni profeta ha le sue ingenuità e i suoi limiti. Don Primo, forse malinformato e troppo giovane, fu interventista a proposito della guerra. Al termine di essa, edotto dai tristi fatti, finì per dar ragione alla “inutile strage” di Benedetto XV e divenne anticipatore del pacifismo assoluto, che è profezia dei nostri giorni.
La sua preveggente Profezia critica la ebbe anche nei confronti della DC (che oggi magari si gloria di Lui, perché pare ne abbia trovato il nome – sbagliato! E perchè l’appoggio con i comizi prima del ’48); ma che subito mise in guardia, perché pareva intravedesse i grossi pericoli della gestione del potere, che può diventare facilmente arrivistica, clientelare e cosi via.
Sicché Don Primo fu all’opposizione dei neri prima, dei rossi poi e dei bianchi infine. La chiesa lo tartassò fino alla vigilia della morte, quando Papa Giovanni riconobbe in Lui la tromba dello Spirito Santo che soffia nella bassa padana.
Il Prof. Pratico Molinari della Cattolica di Milano riconobbe il lui l’uomo dei poveri e l’uomo del dialogo con gli altri (ma, aimè, i poveri e il dialogo sarebbero stati riconosciuti solo con il Concilio e con Papa Giovanni, per cui rischiò sempre di essere il filocomunista e l’uomo delle idee eretiche).
Il Povero per lui è la nostra legge’ e rappresenta Cristo. “L’attuale mondo dell’opulenza è malato di indifferenza fratricida” (dirà in Africa Giovanni Paolo II).
Quanto al “dialogo” (anche questo profetico, perché nella chiesa sarà solo giovanneo-conciliare) interessante lo scambio di lettere tra Mazzolari e il Buonaiuti che esultava per “la bella avventura” del giovane Don Primo e che scriveva a lui, definendolo “solitario” del Presbiterio, e si firmava “esule” per le sue pluriscomuniche, che non gli hanno proibito di morire da cristiano credente. Anche l’On. Igino Giordani, cofondatore dei focolarini, ebbe a riconoscere la chiesa dell’antidialogo, perchè sempre “contro”: ai protestanti (con la controriforma), all’illuminismo, al risorgimento, al modernismo…
Infine Don Piero Piazza, che chiuse gli occhi a Don Primo e ne è ora il principale erede, disse che Egli fu un profeta. È naturale che la paga dei profeti sia l’incomprensione, l’isolamento, le bastonature. Interessanti furono le minacce fasciste contro di lui (per costringerlo a fare propaganda per il partito, dopo il concordato e in occasione del plebiscito). Ma egli seppe sempre fermamente resistere, anche quando i fascisti scrivevano untuose ipocrisie al vescovo, assieme alla richiesta della sua rimozione. Mons. Cazzani con quattro righe encomiabili, perché dimostravano un vescovo senza paura, lo difendeva come un prete di razza.
In mezzo a tanto godimento “profetico”. un unico rammarico: poca gente era presente, nessun prete (tranne il bravo Don Peppino Barbesta, promotore).
Perché mai? L’Italia s’è desta! Ma il lodigiano no?
Eppure non si dovrebbero temere più gli anatemi rossi, bianchi o neri! Del mondo politico poi non ho visto nessuno: né i bianchi che se lo contendono per la democrazia e il cristianesimo; né i rossi che lo sentono parente prossimo per la scelta dei poveri! Come mai?
[nella foto: Primo Mazzolari]