Leandro Rossi per “Utopia possibile”, numero 2, marzo 1989, pp. 16-17.
In questa rubrica presentiamo testimoni del passato. Ci sia consentito una volta presentare un testimone vivo. Lo conobbi 30 anni fa a Roma, come docente dell’accademia Alfonsiana, e lo rividi a Capodanno a Piacenza, per le marcia della pace sulle minoranze.
Ora vecchio, e ammalato, tracheitomizzato, ma sempre con coscienza vigile, intelligenza viva, creatività coraggiosa.
Ricordo quando ruppe i miei schemi filosofici del liceo, le mie idee cartesianamente chiare e distinte. Dopo le sue lezioni mi arrabbiavo (prima con me e poi con lui) perché non sapevo chiudere entro schemi validi quanto aveva detto …eppure il cuore era contento di ciò che aveva udito e la mente finiva per esserne paga anch’essa! Per lui la legge era sempre superabile dalla «epicheia» che non era uno sgravio della coscienza, ma tutto al contrario un obbligarla di più; malgrado il testo chiaro della legge o la parola inequivocabile del superiore, si doveva fare il contrario per rispettare la volontà di Dio.
Seppi che teorizzava più tardi quello che aveva già fatto, con forte rischio della vita. Si era verso la fine della seconda guerra mondiale. Hairing era un tenentino dell’esercito di Hitler, ma coltivava simpatia per il Mahatma Gandhi. Dopo un attacco subito, con morti e feriti, il capitano ordina assurdamente di proseguire.
Bernard dichiara che disobbedirà: «Raccoglierò i feriti e mi ritirerò per curarli. Chi vuole venga con me». Il comandante promette che lo farà fucilare per insubordinazione, ma i soldati si schierano con il sacerdote coraggioso, scegliendo pietà e buon senso contro il comando assurdo.
Dopo 44 anni da allora, malgrado l’età e gli acciacchi, Hairing esce ancora con 2 grosse novità in quest’inizio del 1989.
DIFESA NON-VIOLENTA CON PARI DIGNITÀ
A Piacenza, per festeggiare il capodanno, lancia la sua proposta: c’è ancora chi crede nella vecchia difesa militare; ma tanti oggi pensano che essa porterà allo sterminio dell’umanità, per cui credono nella difesa popolare non-violenta.
L’ordinamento giuridico, in un’era pluralista, deve rispettare queste diverse opinioni.
Quindi non più:
- obiezione di coscienza al servizio militare, con tollerato servizio civile sostitutivo; ma diritto di difendere la patria in modo non-violento, conformemente alla propria coscienza.
- obiezione fiscale perché i nostri soldi non servano allo sclerotico militarismo; ma libera scelta di destinarli per profetizzare la pace e studiare difese diverse e non-violente: le uniche e possibili perché il militarismo porta all’annullamento dell’umanità.
Contemporaneamente il nostro ministro Zanone mostrava di aver capito tutto e si opponeva al «diritto soggettivo all’obiezione di coscienza». E il presidente De Mita diceva al suo ministro: «Bravo io sono con te!».
MEGLIO IL PROFILATTICO CHE L’AIDS
La seconda «bomba» non-violenta dell’Haering ’89 è intraecclessiale. Il ventennio dell’enciclica sulla pillola ha fatto suonare la sarabanda ai cortigiani papalini. Tra questi Mons. Caffarra, suo ex-alunno assieme a noi, che assurdamente arrivò a chiamare omicidio la contraccezione.
Haering non teme la sua posizione di prestigio all’Università Luterana e presso la Curia Romana e l’attacca da non-violento, a difesa del popolo di Dio. E chiede allo stesso Papa che nomini una commissione mondiale per scoprire come i credenti attuano in coscienza la paternità responsabile. Come dire: Stato e Chiesa stanno bene, ma prima dobbiamo ubbidire a Dio perché non ci capiti ancora d’aver ubbidito all’Hitler di turno.
[immagine: Adolfo Wildt, San Francesco, 1936, particolare.]