Angioletta Rossi per “Utopia possibile”, numero 1, gennaio 1989, pp. 25-26.
Abbiamo fatto la comunità dei mattoni ora facciamo la comunità delle persone. Abbiamo fatto le strutture di lavoro ora mettiamo il lavoro nelle strutture.
Con la benedizione del Vicario Mons. Baggini si è inaugurata la costruzione fatta per dare una sede alla Cooperativa di Solidarietà sociale “NUOVA VITA” che sarà. gestita dai ragazzi i quali intendono lavorare e vivere del loro lavoro.
Essi, guidati da Massimo Gauna, sono disponibili per varie attività. che vanno dalla riparazione di autovetture alla manutenzione del verde, vivono insieme e, pur rimanendo in contatto costante con noi, si renderanno gradualmente autonomi.
Tutto questo, detto così semplicemente, rappresenta per noi la realizzazione di un sogno, di un’utopia che ancora non ci sembra vera. Quanti sacrifici è costata a tutti noi che abbiamo investito in essa le nostre sostanze il nostro lavoro e ne abbiamo seguito la costruzione con ansia tremore, entusiasmo.
La festa del 16 / 10 perché più di festa che di altro si trattava, ci ha visti raggianti anche perché è stata coronata dalla presenza di tante persone sensibili motivate e in grado di darci una mano. Prima di tutte l’On. Garavaglia che molto sinceramente ha affermato: “Il pubblico è più avanti dei propri rappresentanti” ma che si sente molto impegnata a risolvere l’annoso problema continuando così l’attività svolta come volontaria prima del mandato parlamentare.
Mi è piaciuto l’intervento del Presidente delle cooperative, Corrado Barbot, che ha sottolineato il dovere di dare una, sia pur piccola, testimonianza di solidarietà anziché limitarsi a proclamarla perché la Società. ha bisogno di tanti testimoni capaci di incarnare una coerenza di vita.
E Lui direi proprio che l’ha incarnata perché si è fatto promotore presso i soci dell’I.C. L. E. V. di offrirci la casa di Montebuono (PG), una grandiosa abitazione del secolo scorso erta su di un colle; verde di olivi e vigneti, prespicente il lago Trasimeno. Ha poi proseguito: “Se non ci fosse il volontariato bisognerebbe inventarlo, ma da solo non ce la fa, occorre che lo Stato intervenga con aiuti, esenzione di tasse, come fa in altri settori per garantire a tutti il diritto al lavoro. Se favorisce in qualche modo la Fiat perché non fare altrettanto per alleggerire le spese di chi, per motivi sociali, si è sobbarcato tanti oneri ed ha anche dovuto pagare 150 milioni di tasse?”
È doveroso, da parte nostra, ringraziare il Direttore dell’E.N.A.I.P., la scuola che per 4 anni ci ha offerto la possibilità di istituire un corso di formazione professionale e dare così ai nostri ragazzi la possibilità di acquisire nozioni e pratica nel campo della elettricità, della meccanica, della florovivaistica e di conseguire un diploma utile al reinserimento nel mondo del lavoro.
È stato utile pure l’intervento di Gaboardi, Assessore del Comune di Crema che ha sollecitato i Sindaci ad affidare alle Cooperative la manutenzione del verde perché oltre ad un risparmio economico ottengono validi risultati e mantengono chiarezza di rapporti.
Ringraziamo tutti quelli che ci hanno onorato della loro presenza e quelli che hanno espresso le loro opinioni.
Speriamo che ciascuno si renda concretamente testimone della solidarietà che ha mostrato col proprio intervento come ha fatto Mons. Vescovo portando di persona cinque milioni.
[Candido Portinari, Contadino in un campo di caffè, particolare, 1934.]