Leandro Rossi per “Utopia possibile”, numero 1, gennaio 1989, pp. 8-10.
Sono il responsabile di diverse comunità. terapeutiche (meglio alternative) per ex tossicodipendenti. Non le so dire la rabbia che provo in questi giorni leggendo i giornali.
Liberalizzazione e repressione
Liberalizzazione e repressione sono come i punti estremi di un pendolo sociale: la libera eroina di Pannella e la. pena di morte sono gli estremi. La legge del 1975 fu fatta con la lancetta del pendolo a sinistra: il tossico da criminale era diventato un malato da curare. Oggi la lancetta è a destra (anche per merito di Craxi trainante e della DC compiacente). Certo che non ci si deve drogare, ma non perché è un comandamento del nuovo Mosè del PSI, né per moralismo borghese. Dobbiamo convincere non costringere. Anche perché non riusciremmo.
La rabbia
Ecco allora la mia, rabbia, conseguente l’imbocco della via repressiva. Il carcere non serve (fortunatamente tutti lo dicono per il tossico): allora multiamolo! Bello: e chi le paga le multe? Le famiglie dissanguate? Noi comunità che lo accogliamo? Oppur deve andare ancora a rubare per pagare la multa di stato? «Se insiste lo incarceriamo». Allora il carcere c’è ancora e ci si illude che serva?!
O lo costringiamo a curarsi in comunità. Questo è ancora più bello: la comunità coatta non è più comunità, ma carcere (magari di serie B). È appunto la libertà di scelta la discriminante più forte tra comunità e galera per cui la prima può essere un paradiso e la seconda un inferno.
Altro fiorellino della legge: «così si redimono con il lavoro gratuito per gli altri». Bello da tossici a operatore di comunità, con bacchetta magica. Così noi in comunità dobbiamo mantenerli gratis anche se fanno niente, e riceviamo niente, dobbiamo pure essere riconoscenti allo stato munifico!? Esattamente come se si prende il carcerato in semi libertà: lo stato non paga un minimo per il soggiorno, anzi chiede a noi una quota, perché ci ha onorato dell’assegnazione.
Con chi usare la repressione
Il problema droga attraversa dunque il suo momento repressivo. Con tanta tristezza lo diciamo. Tanto più che oltre la repressione c’è anche la beffa. .Per il grande spacciatore si conclama l’ergastolo, ma poi di fatto nelle patrie galere ci sono solo i tossici.
Se proprio si vuol reprimere sapete chi dico io che bisognerebbe reprimere, oltre naturalmente ai grossi trafficanti mafiosi e alla magistratura (quella connivente con la mafia)? Ve lo dico come responsabile di comunità terapeutiche («Famiglia Nuova») che sente tutta la beffa di questo momento in cui si promette tutto per poi fare niente.
Reprimerei le USSL che non pagano per i giovani in comunità. (La 42 di Orzinuovi e la 51 di Cremona non ci hanno pagato il 1986. Pochissimo il 1987. La 62 di Meda e la 68 di Rho prendono pretesti per non dar niente. Quasi tutta Milano è latitante, anche per gli ammalati di Aids che manteniamo e curiamo da 2 anni).
Condannerei i NOT, quelli che non fanno niente e condizionano con il loro far niente il nostro fare. Non formulano programmi terapeutici, come dovrebbero, e poi ci rimproverano perché abbiamo preso i ragazzi in comunità. Devo fare nomi anche qua?
Condannerei l’ assessorato al Coordinamento bella Regione che informato di questo andazzo dei NOT e delle USSL di Lombardia non va aldilà della richiesta di informazioni, non si schiera dalla parte dei deboli che fanno, per parteggiare per i pubblici ufficiali che indebitamente non fanno.
Un’ultima condanna per gli enti pubblici che tengono cascine vuote, mentre noi dobbiamo spendere centinaia di milioni per le strutture ove mettere gli ex-tossici. Abbiamo ragione di arrabbiarci? Anche nel lodigiano il comune di Milano è pieno di cascine vuote (si pensi a Bertonico e a Monticelli) ma si guarda bene di offrirle per uno scopo terapeutico.
Ultimo fiorellino
Qualche giorno fa la Regione ci ha comunicato la ripartizione dei contributi alle USSL per i tossici ha inviato tutto quanto è stato richiesto. Ebbene metà dei nostri creditori non si è degnata in un anno di scrivere due righe in Regione per richiederli. Eppoi dovremmo credere a questo grande interesse dello stato per i tossici.
Così a noi restano da pagare centinaia di milioni solo per le strutture.
[immagine: Ernst Ludwig Kirchner, Ragazzo con dolci, 1918, particolare.]