Leandro Rossi per “Utopia possibile”, numero 0, luglio 1988, pp. 10-11.
L’obiezione di coscienza al militare la possono fare solo i giovani di leva? E gli adulti? E le donne? Ebbene: per gli adulti e per le donne (oltre all’anno di volontariato civile) c’è appunto l’obiezione fiscale. Di che cosa si tratta?
L’obiezione fiscale non è evasione fiscale. L’obiettore (a differenza dell’evasore che si nasconde) proclama la sua obiezione e paga tutto, anzi paga di più. Paga tutto, solo che dice allo stato con i fatti: “Per la guerra e le spese militari: i miei soldi non li avrai!”. Invia il 6% per fini umanitari (e ne allega ricevuta), al fine di sottrarli al bilancio del ministero della difesa (chiamato più esattamente, ieri, il ministero della guerra). Per questo dovrà pagare anche la mora, e magari subire persino il pignoramento dei beni.
A che serve? – ci si chiede – se le spese militari non diminuiscono, anzi il bilancio della difesa cresce continuamente? È come dire: “A che serve marciare per la pace, se poi i governanti non cambiano indirizzo?”
È appunto a questa domanda che vorremmo rispondere, ma in maniera articolata.
Il presupposto resta, comunque, che si sia convinti che la corsa agli armamenti è uno spreco irresponsabile, da fermare in tutti i modi. Si tratta di uno spreco mortale. Non esiste il pretesto della difesa. Nella guerra nucleare odierna non c’è difesa, ma sterminio reciproco. Può darsi che manifestare contro la guerra assurda e suicida sia inutile (lo si dirà dopo), ma è certo necessario fare il possibile per scongiurarlo.
- Battersi serve allora forse a poco, finché si e quattro gatti, ma se fossimo in tanti? Quando la lettera «Beati i costruttori di pace» di ecclesiastici del nord difese l’obiezione fiscale, l’allora ministro alla difesa, Sen. Spadolini minacciò il vaticano di distruggere il concordato. Bisognava rispondergli come fece Pio XI a Mussolini: “Non abbiamo bisogno”. Il timore che l’obiezione dilaghi fa paura. Ma anche poche migliaia di obiezioni possono inceppare il meccanismo statale con le molteplici intimazioni e minacce di pignoramento.
- Serve comunque sempre ad offrire una testimonianza profetica a favore della pace. L’obiettore fiscale di oggi è un po’ come l’obiettore di leva di ieri, quando l’obiezione non era consentita e la testimonianza era dunque anche più preziosa, – perché il cittadino pagava di persona, per la divulgazione muta del suo messaggio di pace. Se davvero si vuole spezzare questa folle spirale di violenza, bisogna che qualcuno inizi con un gesto gratuito, senza condizioni, unilaterale. Serve dunque partire. Se non c’è il primo, non seguiranno gli altri, non arriverà mai l’ultimo. Si proclama così anche l’utopia della difesa popolare non violenta; come si proclama l’utopia del disarmo unilaterale. Non dalla sfiducia, ma solo dalla fiducia degli uomini potrà nascere la pace.
- Serve inoltre a dare l’esempio di come vanno rispettate le coscienze e di come si educa alla democrazia. Il rispetto per la coscienza deve essere assoluto: è per i credenti il luogo dove Dio parla nel cuore; e, per gli altri, è il santuario laico e inviolabile di ognuno. Non si può difendere l’obiezione di coscienza quando rifiuta l’aborto e poi respingerla quando rifiuta la guerra. Inoltre la vera democrazia non è quella dove votiamo, per poi assistere impotenti al capovolgimento del nostro consenso. La democrazia suppone il controllo dal basso; come richiede che il cittadino si riappropri all’occorrenza della sua sovranità, ritirando le deleghe. La democrazia vera è un po’ sempre (anche) diretta, cioè il cittadino deve assumersi le iniziative tutte le volte che è necessario per la difesa di valori supremi.
Non era questo la disobbedienza civile del Mahatma Gandhi che tutti esaltiamo?
Se l’obiezione fiscale è una disobbedienza civile, l’evasione fiscale è una disobbedienza incivile! Stranamente in Italia si fa l’occhietto alla seconda e si contesta la prima. Si perseguita l’obiettore fiscale, nel timore che porti all’anarchia. E invece si manifesta e si tratta con i palazzinari (siciliani) che non vogliono pagare il condono; o con i colletti bianchi (piemontesi) che sfuggono la tassa, sulla salute.
Ma i furbi evasori sono tanti, mentre i poveri obiettori fiscali sono troppo pochi!
[illustrazione: Paul Nash, The Menin Road, 1919, particolare]