Un progetto che punta allo sviluppo di un modello di accoglienza per piccoli numeri, permeabile e in dialogo con le comunità che accolgono.
La migrazione è forse l’unica costante nella storia dei popoli. Ciò che succede oggi ne è un’ulteriore conferma. Il mondo cambia, cambia il clima, la geografia, la politica, l’economia. La variabile del cambiamento è divenuta, mano a mano, una nuova costante.
“Non si è certo predisposti in maniera innata a rispondere ai cambiamenti, per questo abbiamo sentito il bisogno di mettere insieme i pezzi, coinvolgere tutti gli attori interessati, direttamente o indirettamente, per avviare una gestione comunitaria, condivisa e partecipata del fenomeno migratorio.”
Ciro Vajro, referente del progetto
Mano a Mano, uno dei nuovi progetti inseriti nel Programma “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo, è una sperimentazione che parte da un preciso contesto territoriale di 12 Comuni della Provincia Lodigiana e tratta un tema di interesse nazionale e non solo. Il progetto intende affrontare la gestione ancora molto estemporanea e frammentata del fenomeno migratorio, secondo tre assi: governance tecnico-politica, rapporto con il territorio, qualità dei dispositivi di accoglienza.
Un modello di gestione che prova a coinvolgere la comunità a diversi livelli per favorire effetti sostenibili e positivi del fenomeno migratorio sulle realtà locali, modello che potrà essere diffuso in tutti quei territori che lavoreranno per dare ai cittadini e alle Amministrazioni il ruolo attivo che spetta loro.
Mano a Mano vuole innovare il sistema di accoglienza dando a persone diverse la possibilità di stare insieme. Coinvolgerà persone e risorse per dare ancora più valore ai territori e ai Comuni che hanno scelto di appoggiare l’idea. Accompagnerà i cittadini migranti verso l’autonomia, intervenendo su temi fondamentali per il suo raggiungimento quali cura, casa, lavoro e rete sociale.
L’obiettivo è promuovere la diffusione di un nuovo modello locale di accoglienza e post-accoglienza.
Le azioni previste nel primo triennio sono:
18 eventi coprogettati con il tessuto sociale attraverso il lavoro dei facilitatori di comunità e i laboratori sociali;
- recupero di 12 beni comuni, individuati a partire da suggerimenti dei partecipanti ai laboratori e condivisi con le amministrazioni, da riqualificare insieme tra cittadini e migranti e restituire alla comunità (ad es. il restauro di un’edicola votiva, il recupero di un appezzamento di terreno incolto, l’abbellimento di un parco);
- 12 accoglienze in famiglia per dare un ponte alle persone in uscita dai centri di accoglienza;
- 15 esperienze di co-housing dedicati a chi ha già raggiunto un grado maggiore di autonomia; 15 borse di studio per sostenere coloro che hanno deciso di investire sulla propria istruzione;
- 18 borse lavoro per promuovere l’inserimento lavorativo;
- 800 ore di formazione professionale per incrementare le competenze delle persone migranti spendibili nel mercato del lavoro;
- 454 ore di ambulatorio di clinica transculturale per sostenere le persone migranti con vulnerabilità psicologiche.
Tutte queste azioni hanno l’obiettivo di ridurre i timori e le diffidenze della comunità e il miglioramento della percezione del fenomeno migratorio grazie a occasioni di incontro per italiani e migranti.
Mano a Mano mette a disposizione persone, risorse e competenze per migliorare la qualità dei percorsi di accoglienza e la relazione dei centri e dei migranti con i contesti territoriali, per il benessere di tutti.
dal sito Welfare in azione