Giovedì 22 e venerdì 23 maggio si è tenuta a Bassano del Grappa l’ultima comunità di pratiche De_Sidera promossa dal CNCA. Le due giornate sono state ricche di momenti di confronto e occasioni di scambio tra differenti realtà che progettano laboratori per adolescenti.
Gli argomenti affrontati sono stati tanti e i temi emersi altrettanti, ma il momento di maggior qualità che ha favorito un cambiamento di paradigma è stata la sperimentazione dei laboratori tenuti direttamente dai giovani beneficiari.
Infatti, potersi cimentare in ciò che i ragazzi quotidianamente fanno avendo proprio loro come esperti in materia ha consentito a tutti gli adulti di sentire quella competenza spesso sottovalutata o sminuita, quel senso di appartenenza e quella passione che loro mettono ogni giorno in campo.
Da tale trasmissione di emozioni è iniziata una conversazione che potrebbe sembrare banale ma che ha permesso di ragionare sul proprio operato. In altre parole, riuscire a catturare l’attenzione dei giovani, sperare nell’adesione ad una nostra proposta e portare a compimento un percorso esperienziale è un tema ostico per molti operatori.
Pertanto, ancor prima di definire tema, spazi, luoghi e orari del laboratorio, gli educatori dovrebbero chiedersi quale obiettivo ultimo vorrebbero raggiungere.
Se il desiderio finale è quello di arricchire i ragazzi non tanto di nozioni preconfezionate quanto, piuttosto, di esperienze significative, allora non sempre o non per forza è necessario un formatore esperto.
Quando lo scopo diventa la sperimentazione di nuove opportunità a discapito della realizzazione di un prodotto finito, allora è la competenza stessa degli adolescenti che sostiene e consente quella “buona riuscita” tanto desiderata dagli adulti.
Abbandonando la nostra ansia da prestazione anche i ragazzi possono lavorare in un ambiente più tranquillo e provare in prima persona cosa significa essere visti e riconosciuti per le proprie capacità. Il senso di appartenenza non si può imporre e il “sentirsi a casa” è una percezione individuale che ha bisogno di tempo e nutrimento per fiorire.
Quando, però, sboccia diventa quasi impossibile sradicarla ed esperirla attraverso le parole e i gesti dei ragazzi non ha prezzo. In questo modo è possibile vivere una quotidianità in cui gli operatori e gli adolescenti trascorrono momenti informali dove i ruoli, certamente, rimangono chiari e definiti, ma si percepisce un movimento bidirezionale di competenze e abilità che permette una proficua circolarità. Non c’è quindi un ordire prescritto che indica a priori come strutturare un laboratorio, piuttosto è necessario ri-equilibrarsi costantemente con gli stimoli suggeriti sia dall’equipe sia dal gruppo di adolescenti.
Ci si può muovere lungo un continuum che vede da una parte la progettazione di esperienze brevi e dall’altra la strutturazione di percorsi e contesti permanenti e scegliere in base alle condizioni circostanti cosa potrebbe essere più efficace.
Allo stesso modo, anche focalizzarsi sul prodotto finito oppure sul processo che attraversa tutto il percorso esperienziale può essere una valutazione da fare in base di progettazione.
Si è parlato anche di politica, perché per poter svolgere un lavoro di qualità è fondamentale che il terzo settore e ancor di più il privato sociale sappiano riaffermare il loro potere attraverso il riconoscimento del proprio ruolo e delle proprie competenze.
Questo, alcune volte, comporta l’assumersi il rischio di negoziare con i committenti le coordinate del proprio operato per riconfermare costantemente la propria identità.
È stato appagante accorgersi che a INnEsco sono vive quelle emozioni riportate in plenaria e vissute durante i laboratori con i ragazzi, nonché quella costante attenzione alla progettazione di iniziative nuove che partono dalla voce e dalle passioni dei giovani.
È un luogo in cui l’educatore non è il detentore del sapere, quanto piuttosto un adulto presente disposto a mettere a disposizione le sue conoscenze, pronto ad integrarle con le capacità sempre nuove e fluide dei nostri ragazzi.
Clara Carelli e Claudia Tenca