Sulla bocca di tutti, adesso che non c’è più. Inascoltato dai potenti che stanno “muovendo” il mondo, che aveva incontrato in udienze più o meno private, dove non si sarà risparmiato nella difesa dei poveri, degli ultimi, dei migranti, dei carcerati, degli ammalati. I Grandi della Terra, martoriata dal consumo e dalle guerre, saranno presenti ai funerali e hanno già dichiarato le loro condoglianze riconoscendo di Papa Francesco il suo stare in mezzo alla gente di spendersi molto per le “cause perse”. Essi, ed esse, però, di fatto politicamente e ideologicamente si spendono molto ogni giorno per non rispettare i poveri e quelli che restano più indietro, che vogliono deportare i migranti, e lo hanno iniziato a fare.
Davvero esemplare per alcuni tratti del suo pontificato, Bergoglio mi ha dato l’impressione di aver provato a rinnovare una gerarchia e un clero ecclesiali perché fossero a servizio della Chiesa, non il contrario; ha predicato maggiore partecipazione delle donne, anche laiche, in posti di responsabilità, ritenendole portatrici di una visione differente. Ha detto di non essere nessuno per giudicare le persone non eterosessuali, anche se su questo tema secondo me non è riuscito a marcare segnatamente il pensiero comune.
Ha criticato le guerre, gli aggressori, e anche gli aggrediti quando a loro volta per difendersi hanno ucciso donne e bambini ed anziani, forse, quasi senz’altro, innocenti. Ascoltandolo fare riferimento alle guerre e alle armi, alla pace, mi sono ritrovato spesso a condividere le sue parole, ma anche a pensare che chi era in causa di guerra, e la guerra l’aveva in casa o l’aveva supportata, non lo ascoltava, criticandolo anche pubblicamente.
Era venuto da lontano, nell’ultimo millennio l’unico Papa non europeo, anche se le origini piemontesi in qualche modo accorciano le distanze della Storia: arrivato dalle periferie del mondo. Era noto in Argentina, prima di essere eletto, per l’uso della metropolitana per raggiungere le favelas ai confini delle grandi città sudamericane. Ho sentito raccontare che si faceva confessare dai preti che vivevano in quei luoghi, come se fosse inaudito: la trovo invece un’azione di giusta sensibilità. Il perdono, ancorché religioso, di chi vive in povertà vale di più.
Se ne è andato il Lunedì dell’Angelo di questa Pasqua appena trascorsa: coincidenza straordinaria perché ha terminato la vita terrena al mattino del giorno in cui la chiesa cristiano cattolica, quest’anno anche quella ortodossa, si accingeva a celebrare la trasmutazione in Spirito di Gesù, da tre giorni nel sepolcro.
Visione e profezia sono terrene?
Bruno