Il lavoro educativo a comunità Gandina è fondato sulla relazione d’aiuto.
È importante, per gli educatori di comunità Gandina, partire dal punto in cui si trova l’utente, e valorizzare il suo punto di vista.
Ciò significa che la sua descrizione e valutazione della propria situazione viene rispettata e considerata reale senza che ci sia la presunzione di avere la verità in tasca.
Nella relazione d’aiuto assumono centralità le dimensioni soggettive, le esperienze delle persone coinvolte, i loro pensieri, le loro emozioni, le occasioni volte a favorire una costruzione relazionale dei pensieri, nella quale i differenti punti di vista appaiano come punti di forza, la tensione a spiegare e a descrivere le modalità attraverso cui ciascuno realizza il suo rapporto con la realtà.
La relazione educativa è giocata nella quotidianità: colmando le distanze, interrogandosi su come si costruiscono le idee, permettendo che la nostra mente si apra a nuove rappresentazioni, mettendosi alla ricerca di come l’altro decide di parlare di sé.
La relazione d’aiuto non è esclusivamente concepita, dagli educatori che operano in comunità, quale strumento per trasferire quei contenuti rappresentati da insegnamenti e regole, la relazione viene concepita come un incontro tra due persone, un “luogo” utile a favorire un processo di cambiamento.
In questo senso la relazione educativa diviene tentativo di coinvolgere le persone in un progetto di vita che sentono come il loro e che riconoscono come significativo.