In occasione della giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si celebra oggi 20 novembre, istituita nel 1954 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, abbiamo deciso di dare voce ad uno dei diritti forse meno conosciuti e riconosciuti ovvero il diritto al gioco.
Giocare, infatti, può sembrare non prioritario rispetto all’avere una casa, del cibo, una famiglia, l’educazione e la salute ma nell’esperienza che ogni giorno facciamo con i nostri minori, bambini, ragazzi e adolescenti, ci accorgiamo, invece, di quanto giocare sia fondamentale per uno sviluppo sano e armonioso ma anche quanto sia terapeutico per l’espressione dei propri vissuti emotivi e per la cura e la rielaborazione del trauma.
Al nido per i bambini giocare significa conoscere l’ambiente circostante e gli oggetti che lo popolano, prendere coscienza di sé, del proprio corpo, delle sue capacità di agire, e costruire la propria immagine mentale di sé e di tutto ciò che è diverso da se stesso, cioè il mondo esterno. Inoltre il gioco permette di dar forma alle rappresentazioni di sé e degli altri, di ‘mettere in scena’ le proprie emozioni e i propri vissuti.
Al doposcuola per i ragazzi giocare significa avere occasioni di socializzazione, significa fare i conti con il conflitto, con l’altro da sé e imparare strategie di relazione e di mediazione. Il gioco diventa lo spazio in cui scaricare le tensioni accumulate, ma anche il mezzo per nuovi e più duraturi apprendimenti e il tempo del contatto con il proprio corpo e quello degli altri.
Nei servizi per adolescenti (centro diurno, comunità, appartamenti) per i minori accolti, spesso provenienti da esperienze traumatiche, giocare significa dare spazio e riappropriarsi della propria “parte bambina”, che frequentemente non ha potuto esprimersi e di cui nessuno si è preso cura. Attraverso momenti ricreativi e ludici è possibile prendere contatto con emozioni di dolore, perdita, separazione, esprimerle, narrarle, agirle e così risignificarle e trasformarle in esperienze condivise.
Giocare, quindi, oltre a essere un diritto per tutti i nostri bambini e ragazzi diventa per noi educatori, psicologici, operatori sociali sempre più un dovere per garantire cura e benessere.
E allora l’auspicio in questa giornata dei diritti all’infanzia e all’adolescenza è davvero che il gioco possa sempre più trovare e ritrovare spazio e dignità all’interno dei contesti educativi.
Ilaria