Il 2 ottobre 2024 è la Giornata internazionale della nonviolenza
Sembra paradossale che sia stata indetta una Giornata internazionale della nonviolenza: e può essere ridicolmente drammatico celebrarla mentre interi palazzi crollano schiacciati sotto il peso delle bombe di un esercito fortissimo, abilissimo nelle operazioni lampo, capace di radere al suolo, senza se e ma, per annientare milizie terroristiche: “Giustizia è fatta” come dicono oltreoceano e pure in patria, le migliaia di profughi andranno da qualche parte, magari accolti dall’Austria… E poi ci sono altre guerracce, più vicine, più lontane, sulla scena social e politica europea e mondiale. Bat, hu chèèrs?
Non scriverò di pace, di educazione alla nonviolenza, di opposizione pacifica e silenziosa: non sarei in grado e non sono pacifico di carattere, non so praticare la nonviolenza, e sono rumoroso: come sanno e dicono tutti.
Ma sono molto interessato, e rimango incantato, quando leggo testi che invocano nonviolenza, totale o niente, e sento che una parte di me vorrebbe aderirvi completamente, anche fisicamente, ciecamente.
Noi, nel nostro grande passato di Cooperativa abbiamo avuto un teorico della Nonviolenza: italiano, prete di provincia:
“La nonviolenza è un’educazione che nasce e si sviluppa da lontano: nelle aule delle scuole, nelle famiglie, nelle fabbriche (e nelle comunità, aggiungo io). La nonviolenza confida sempre e dovunque nella forza della parola. Così chi confida nelle trattative, nei negoziati, nel dialogo che non si stanca mai di riprendere da capo, con fantasia e creatività, percorre davvero una terza via tra interventisti e no, tra militaristi e no, tra pacifisti e meno. La nonviolenza è oggi il vero nome della pace?”.
Una citazione da “Pace e nonviolenza” di don Leandro Rossi
Ricordo bene i momenti di riflessione mattutina promossi da don Leandro, nel giro mensile delle sue Comunità: con occhi appannati, pensieri confusi tra sogni “di farcela” e realtà, anche dura, di essere “in Comunità”, eravamo riuniti per ascoltare gli stimoli culturali che ci proponeva; noi, con fatica, provocati, provavamo a pensare per dire cose sensate. Ricordo che quando il tema è stato la nonviolenza tutti eravamo d’accordo: nessuno voleva la violenza, nessuno voleva la guerra, esattamente come oggi (si leggano sul sito di Famiglia Nuova gli articoli, non solo di don Leandro, di Utopia possibile, sulla nonviolenza e sulla Pace), eppure guerre e conflitti non sono mai cessati.
Sarebbe significativo per Lodi e per Famiglia Nuova se durante la Marcia della Pace del 12 ottobre si potessero leggere alcune sue dichiarazioni sull’ideale della nonviolenza: senza questo ideale, la Pace cos’è?
Bruno