Anche quest’anno Famiglia Nuova ha partecipato alla Summer School. Molto intrigante il titolo, programma super interessante che potrete trovare sul sito di Forum Droghe o del CNCA, enti organizzatori.
Sulla bella collina di Fiesole la Summer 2024 è stata aperta da Claudio Cippitelli, di Forum Droghe, che ha vicariato Susanna Ronconi, per la prima volta assente in presenza, ma presente nella costruzione e partecipazione al programma, pur con un intervento da remoto, e da Claudia Iormetti, di Open Group e nel CNCA.
La Scuola è entrata subito nel merito vivo di ciò che concerne i diritti delle persone che consumano droghe secondo un approccio intersezionale. Una prima scaletta di relatori è intervenuta sulle questioni calde del piacere nel consumo di droghe, di aspetti legati al genere e agli orientamenti, quando si parla appunto di cultura del consumo e dei contesti.
Cosa significa essere donna e consumare droghe, vivere con dipendenze da droghe; cosa significa essere uomo e avere anche una polidipendenza; cosa significhi essere persona trans, o LGBQ+ e fare uso di droghe. E come se ne fa uso, nella vita privata, nella vita che deve essere performante, tutti i giorni o tutte le notti, nei contesti del piacere, ma anche del sex work, della migrazione, della tratta con risvolti di violenza, in particolare subita dal genere femminile nei contesti del loisir. E come i servizi di prossimità, di riduzione del danno e di limitazione del rischio, si muovono, come fanno ricerca e mettono in campo azioni di prevenzione, di supporto e sostegno alla più competente competenza possibile.
Tanti sguardi differenti, tante storie diverse che ci invitano a reimpostare lo sguardo negli approcci, aggiornare la presa in carico, adattare le progettazioni.
Cambiati i paradigmi dei temi, alcuni già affrontati anche in altre Summer School, ma mai esauriti perché cambiano sempre scenari e protagonisti e protagoniste delle communities a cui si fa riferimento in questa formazione 2024, è necessario cambiare le lenti di visione con cui guardiamo alle persone che consumano, e di come, secondo il genere attribuito o assegnato, sia facile ragionare e attribuire stigma, anche se siamo esperti, anche se conosciamo le dinamiche del lavorare con le persone che rappresentano minoranze sociali, a volte marginali alla società.
Ad ampliare ancora lo sguardo, nel programma di venerdì 6, relatori anche di rilievo europeo hanno presentato numeri e dati di ricerche quantitative e qualitative anche community-led, mai comunque da assumere come vere verità, con alcune interpretazioni di loro significati utili per il nostro lavoro, in un crescendo di visioni ampie, laiche, scientifiche, sociali, di prevenzione e di trattamento.
Alcuni dei passaggi della mattinata e del pomeriggio sono stati davvero quasi eccezionali: intensi, dettagliati, all’avanguardia, e sempre più sottolineato dai conduttori della Summer, di come è necessario privilegiare e considerare prioritario, in tutti i tipi di attività che facciamo in qualità di operatori ed educatori, il coinvolgimento diretto dei protagonisti delle culture del consumo a cui ci rivolgiamo tenendo conto del motto degli attivisti “Nothing on us without us”.
Al pomeriggio, 5 gruppi di lavoro, sono scesi nelle suggestioni di tracce operative e narrative che hanno raccontato cosa gira e come può girare quando si ha a che fare con le persone che usano sostanze, in vari laboratori creativo sperimentali.
Sabato 7, la mattinata, un po’ in affanno sul programma perché iniziato con un discreto ritardo, è stata dedicata alla ricerca sia nazionale che internazionale sui temi rappresentati nei giorni precedenti: i relatori e le relatrici hanno presentato i lavori svolti in Italia e anche in organizzazioni europee e americane, per la precisione sud americane, calibrati anche sui dati del mondo femminile del narcotraffico. Anche in questo finale di seminario è parso chiaro come l’eccellenza della Summer sia l’offerta di un programma di ampio respiro, raccontato, narrato in alcuni scandagliati dettagli che ben rappresentano il mondo del piacere, dell’uso e del consumo di droghe.
A seguire un panel sulle prospettive politiche per la redazione di un Manifesto condiviso: ne seguiremo gli sviluppi.
Qualche pensiero critico è parte della esperienza e della partecipazione, come il minority stress, troppo vago e di moda, o come l’adulazione per alcune pratiche possibili per un professionista, privato che se lo può permettere in quanto tale, anche se sfiorano l’annullamento segnatamente dei confini tra non giudicare e sostenere e facilitare pratiche edonistiche, quando e se queste possono essere valutate autolesionistiche, esprimendo visibile apprezzamento più per il coraggio dell’annuncio in sé che per la ricettazione che considero spregiudicata la cui utilità mi scappa, proprio nei termini di RDD e LDR, e se si considera la salute complessiva delle persone che frequentano quegli scenari, (parlo di prescrizione di stimolanti per l’uso in pratiche di chem-sex, dove è possibile osservare e certificare condizioni di dipendenza da pratiche di abuso sessuale); o alle dinamiche di conflittualità, qualche volta pronte a riemergere da una mai vinta latenza, tra operatori dei Servizi di Pubblico e Privato Sociale, o ancora un rischioso lamentevole canto di sirene sulle pesanti responsabilità dell’UOMO, della sua maschilità tossica, nei casi di violenza sessuale: ma anche questo è fiore per la miglior farina.
Dopo uno spuntino veloce a mezza collina alta su Firenze, ci siamo lasciati abbracciandoci intensamente, segnati da questi 3 giorni davvero carichi e ricchi di stimoli, che hanno smosso e promosso l’esigenza di poter guardare, sempre più spesso, ad altro e oltre, per ambire a innovare noi, il nostro saper vedere, il nostro essere con le persone. È stato dichiarato un Seminario di svolta e per me, lo è stato.
Resteranno inoltre indimenticabili la pioggia universale del primo pomeriggio di giovedì e l’acquisizione dei crediti ECM al termine della Summer…
Bruno